Sacconi: “Le rilevazioni OCSE sull’Italia invitano a collegare i salari alla produttività”
02 Maggio 2013
di redazione
"La periodica rilevazione dell’OCSE invita i decisori italiani ad accrescere la competitività anche attraverso un più stretto collegamento tra salari e produttività. I protagonisti di questa evoluzione devono essere le imprese ed i lavoratori nella dimensione ove la produttività e’ misurabile e quindi nelle aziende e nei sistemi territoriali di piccole imprese," lo dice il senatore Maurizio Sacconi commentando le stime al ribasso dell’OCSE rispetto all’Italia diffuse oggi.
"Il Governo ha invece il compito di sostenere questo processo ampliando la quota di salario detassabile ben oltre la insignificante e impercettibile soglia attuale di 2.500 euro annui", prosegue Sacconi. "Le parti sociali nella dimensione nazionale possono favorire le intese di prossimità consentendo che parte degli stessi incrementi retributivi nazionali siano deliberati nelle aziende ( con clausola di salvaguardia) e adottando regole certe e condivise, utili a superare ogni contenzioso. In questo senso positiva e’ stata l’intesa tra le organizzazioni sindacali che dovrà ora essere confrontata con le posizioni degli imprenditori".
"L’OCSE invita poi l’Italia a rafforzare i servizi di accompagnamento al lavoro. E’ possibile ora ordinare e collegare capacita’ istituzionali e sociali a questo scopo. L’INPS può essere la infrastruttura nazionale che riunisce tutte le informazioni relative a ciascuna persona, alle sue conoscenze e competenze, alle sue transizioni; i fondi interprofessionali con cui le parti sociali gestiscono le risorse per la formazione possono combinare questa competenza con il collocamento ed eventuali ammortizzatori integrativi; i centri per l’impiego (da riformare) e le agenzie private di collocamento e ricollocamento possono operare in sinergia con i fondi ed utilizzando le informazioni INPS per favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta".
"Emblematico", conclude il senatore del Pdl, "e’ il buon esempio della banca dati sui percettori di reddito gestita dall’INPS che gli operatori utilizzano per ricollocare i lavoratori sussidiati sulla base della ‘dote’ che trasferiscono a chi li assume".
L’OCSE ha definito ambizioso il programma di riforme economiche presentato dall’Italia e scrive che già dal 2013 il nostro Paese potrebbe uscire dalla recessione. Ma per la crescita, secondo il rapporto, bisognerà attendere il 2014. Sorvegliato speciale resta il nostro debito pubblico, vicino al 130 per cento del rapporto debito/PIL e che secondo l’OCSE nel 2014 potrebbe arrivare al 134 per cento per il combinato disposto dei vincoli che ci legano al meccanismo di stabilità finanziaria europeo e del prestito che stiamo pagando per il salvataggio greco. Dando per scontato che "si prosegua con ulteriori interventi di consolidamento e/o in assenza di entrate provenienti da operazioni di privatizzazione".