Sacconi: “Nel dl sviluppo atti concreti per il rilancio del Sud”
06 Agosto 2011
Credito d’imposta, contratti per l’occupazione femminile, privatizzazioni e welfare. A Roma la conferenza stampa di Berlusconi e Tremonti, in Puglia il ministro del Lavoro Sacconi mette in fila temi e tempi della road map anticrisi. Due tappe di una giornata ad alta tensione sui mercati internazionali.
“Siamo il paese che ha avuto una fortissima intensità di relazioni industriali e sindacati molto potenti nel nostro sistema”, ma abbiamo avuto i più bassi tassi di occupazione dal dopoguerra ad oggi e alti tassi di lavoro sommerso. Quindi è il tempo di realizzare cambiamenti per alzare i livelli occupazionali soprattutto nel Mezzogiorno”. Esordisce così il ministro del Lavoro nel faccia a faccia con il leader della Cisl Raffaele Bonanni, moderato dal direttore del Tg Norba Enzo Magistà, sesto appuntamento degli Incontri del Melograno, organizzati dalla Fondazione Magna Carta in una delle più belle masserie pugliesi, a Monopoli.
A Sacconi, il segretario nazionale della Cisl ribadisce la necessità di rafforzare le produzioni, soprattutto nell’attuale fase di instabilità dei mercati finanziari” perché “la sfida della politica non è amministrare soldi, che ormai non ci sono più. E’ meglio semmai dedicarsi a quello che non spendiamo, piuttosto che agli investimenti. In proposito penso alla Tav, ad un’opera che deve andare avanti e invece è soggetta alla violenza di gruppi di persone che mettono a soqquadro il territorio con blocchi della circolazione e disordini di ogni tipo. E’ una vergogna! Nel nostro Paese si tollera di tutto!”.
Il rilancio del Sud per il ministro del Lavoro passa anche dal credito d’imposta varato dall’esecutivo e ne spiega le ragioni: “Nel recente decreto sviluppo lo abbiamo introdotto per le nuove assunzioni di lavoratori svantaggiati. La commissione europea sta valutando questo provvedimento e entro il mese di settembre avremo il via libera. Posso anche dire che già la prima parte del procedimento si è realizzata positivamente. Analogamente stanno per partire i nuovi contratti di inserimento per l’occupazione femminile. Sono contratti agevolati che si applicheranno nelle regioni del Mezzogiorno alle donne disoccupate da almeno sei mesi. Si tratta di provvedimenti rivolti specificamente a combattere la disoccupazione nel Sud. Più in generale credo siano importanti le relazioni industriali. Penso al caso di Pomigliano: i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali maggioritarie hanno creato le condizioni per incoraggiare un grande investimento. Analogamente dobbiamo fare in tutto il Meridione, attraverso accordi aziendali e territoriali, anche costruendo enti bilaterali nella dimensione provinciale per gestire i mercati del lavoro e renderli più efficienti. Penso ai settori del mercato del lavoro più opachi, come l’edilizia, l’agricoltura il terziario commerciale e turistico per i quali possono essere importanti questi servizi gestiti dalle parti sociali. Di questo stiamo discutendo ai tavoli negoziali”.
La replica di Bonanni muove da un presupposto: “La classe dirigente del Sud non può continuare a chiedere solo al governo centrale, che fra l’altro è anche distratto sul Mezzogiorno. Deve muoversi altrimenti rischia una distanza siderale dagli altri Paesi. Deve sviluppare un clima nuovo ed una nuova energia. Il gioco che ognuno scarica sull’altro non può più funzionare. Siamo inoltre lontani dall’opinione che la classe politica può inventarsi delibere e con esse fare occupazione. Quest’ultima viene dagli investimenti e gli investimenti li fanno gli investitori italiani ed esteri. Dobbiamo concentraci sulla crescita, insomma e per questo abbiamo chiesto un patto per la crescita, perché senza di essa non c’è occupazione e non c’è welfare che tenga”.
Un monito, una sollecitazione a intraprendere una nuova fase, culturale anzitutto, che chiama in causa la classe dirigente meridionale ma pure il governo che in questa fase, per Bonanni, deve fare di più e meglio per rimettere in moto la crescita. Sacconi non si sottrae e richiama il grande tema delle privatizzazioni. “La qualità delle privatizzazioni si lega al controllo democratico. Nel periodo della fine della Prima Repubblica crollò la politica e quindi si realizzarono privatizzazioni molto discutibili, soprattutto nei modi e nei risultati. Il modo corretto di realizzare le privatizzazioni si àncora ad una robusta dimensione politica. Solo così possono essere realizzate nel nome di un interesse generale.” Bonanni affronta la questione della spesa pubblica nel Mezzogiorno per denunciare che “si blocca a causa del conflitto tra Enti, di veti e di sciatterie varie. E’ necessario mettere a capo una persona responsabile per avere una spesa veloce e agire velocemente con criteri molto semplici”.
Approccio costruttivo, punti di incontro pure nella diversità di idee e opinioni, ma soprattutto disponibilità, apertura al dialogo: quello che hanno dimostrato Sacconi e Bonanni (entrambi reduci dal vertice sulla crisi tra governo e parti sociali). Quello per cui sono nati gli Incontri del Melograno.