Sacconi (Pdl): “Con gli 8 punti Bersani sceglie di stare con radicali e antagonisti”
06 Marzo 2013
di redazione
"La debolezza della proposta programmatica di Bersani appare conseguente al rito che si sta rapidamente consumando. Il PD dovrà decidere se concorrere con le aree liberali ad una politica di sviluppo – fondata su un diverso approccio europeo e sulla drastica riduzione della oppressione regolatoria e fiscale – o se inseguire il radicalismo e l’antagonismo nella logica dell’impoverimento equo", lo afferma il senatore del Pdl Maurizio Sacconi.
"Gli 8 punti sono nel segno della seconda ipotesi perché prevedono diffusi incrementi di spesa pubblica e non ipotizzano sostanziosi tagli del funzionamento delle Amministrazioni pubbliche (non sono citati i costi e i fabbisogni standard del federalismo fiscale) rendendo non credibili le stesse timide ipotesi di abbattimento dell’imposizione fiscale sulle famiglie, sulle imprese, sul lavoro. Le riforme istituzionali proposte non indicano volontà di sintesi del dibattito svoltosi nel recente periodo ma la riproposizione di convenienze di parte come nel caso della legge elettorale".
"Si introducono infine ipotesi fortemente divisive della nazione in una stagione così tormentata. Il tema della cittadinanza dovrebbe collegarsi non ad automatismi come lo jus soli o il decorrere del tempo ma ad un percorso volitivo e responsabile di appartenenza alla nostra comunità. La sostanziale omologazione delle unioni civili omosessuali all’istituto matrimoniale e la riforma della genitorialità ipotizzate mettono in discussione quella rilevanza pubblica che la Costituzione riconosce alla sola famiglia naturale in relazione alla continuità della nostra società".
"Mai come ora", conclude Sacconi, "i partiti devono cercare tutto ciò che unisce e rinunciare ad esaltare i loro tratti identitari. La campagna elettorale è finita e non deve ripartire".