Sacconi: “Renzi non cadrà sull’Articolo 18 ma dimostri di essere un vero innovatore”
18 Agosto 2014
di redazione
“L’obbligo di reintegro di un lavoratore è una rigidità insostenibile nell’epoca della incertezza”, lo dice oggi in una intervista a Repubblica il presidente dei Senatori di Ncd, Maurizio Sacconi, tornando sul tema della abolizione dell’articolo 18. E prosegue: “nel nostro mondo non c’è più nulla che dura per sempre”.
Il presidente dei Senatori di Ncd, “continua a sperare” che si possa cambiare anche l’articolo 18 perché se non fosse così “vorrà dire che Renzi non è l’innovatore che si vuole far credere ma si comporta in linea con gli atteggimenti ideologici della vecchia sinistra”.
L’articolo 18 “è espressione di un mondo conflittuale che non esiste più. Oggi per crescere serve condivisione e partecipazione”, partendo dalla riscrittura dello Statuto dei Lavoratori. L’idea di mantenere l’articolo 18 dopo tre anni nei contratti a tempo determinato, secondo Sacconi, “è proprio un errore”.
Una “soluzione inutile” ora che “sono disponibili contratti a termine della durata di tre anni introdotti dal decreto Poletti. “E’ una soluzione sbagliata perché penalizza i contratti di apprendistato”.
La conclusione: “Non cadrà il governo” se l’Articolo 18 non dovesse essere abolito, ma “vorrà dire che anche con Renzi sopravvivono i tabù di xuella che io chiamo Italia dell’Est, incapace di modernizzarsi agli occhi di una Europa che ci chiede riforme strutturali e che ben sa come la riforma del lavoro sia insieme necessaria ed emblematica”.