Sala nei guai: indagato anche per turbativa d’asta

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Sala nei guai: indagato anche per turbativa d’asta

23 Giugno 2017

Ancora grane per Giuseppe Sala. L’accusa di turbativa d’asta su un appalto per il verde di Expo 2015 va ad aggiungersi al reato di falso materiale e ideologico per aver retrodatato un atto relativo all’appalto della “Piastra” che avrebbe consentito di cambiare in corsa due componenti della commissione aggiudicatrice, ritenuti incompatibili.

La procura generale di Milano ha appena mosso, nuove e pesantissime, accuse nei confronti dell’ex commissario di Expo e attuale sindaco di Milano. Insomma l’uomo del Pd non naviga, esattamente, in acque tranquille. La nuova accusa riguarda la fornitura dei seimila alberi per il sito di Rho Pero. Chi assunse l’appalto per gli alberi non fu in grado di far fronte alla commessa, che fu quindi affidata direttamente alla Mantovani, la stessa società che si è aggiudicata al massimo ribasso anche la gara del valore di 272mila euro della “Piastra”. Il costo per la ditta fu di 1,6 milioni di euro, contro i 4,3 milioni pagati dall’Expo per la fornitura.

I pm della procura di Milano, che allora avevano indagato sulla vicenda, avevano chiesto l’archiviazione (respinta dal gip Andrea Ghinetti) per il fascicolo e non avevano indagato Sala e altre persone. Adesso, il sostituto pg Felice Isnardi, dopo aver avocato a sé l’inchiesta, ha deciso, invece, di iscriverlo nel registro degli indagati. I pm nel 2016 avevano solo accennato alla vicenda relativa al verde di Expo dicendo che era stato un appalto assegnato in modo “improprio” con “affidamento diretto” alla società Mantovani.

Come già accennato, si tratta di un’accusa che va ad aggiungersi a quelle di “falso materiale e ideologico” per la retrodatazione del documento di nomina di due commissari Expo, compiuta per guadagnare tempo prezioso nella procedura di gara per la “Piastra” che altrimenti avrebbe potuto sforare i tempi previsti per la realizzazione, pregiudicando lo svolgimento dell’esposizione. Il primo cittadino di Milano, intanto, però, ha voluto precisare che non intende “commentare in alcun modo ogni possibile iniziativa della Procura generale. Non lo farò né oggi né in futuro. La storia, purtroppo, si ripete. Anche questa volta è un articolo di giornale a diffondere notizie di un provvedimento che mi riguarderebbe e che è ancora coperto dal segreto istruttorio”.