Salva l’Italia con la bellezza

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Salva l’Italia con la bellezza

02 Aprile 2012

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Lorenzo Ornaghi, Corrado Passera e Francesco Profumo, rispettivamente ministri del governo Monti per i beni culturali, lo sviluppo economico e l’istruzione, hanno aderito all’appello “Niente cultura, Niente sviluppo”, lanciato da Il Sole 24 Ore alla fine di marzo. L’idea è quella di una “Costituente della cultura” che rilanci l’economia italiana attraverso la valorizzazione e la tutela del nostro paesaggio e del patrimonio artistico e urbano. “I beni culturali e l’intera sfera della conoscenza devono tornare a essere determinanti per il consolidamento di una sfera pubblica democratica, per la crescita reale e per la rinascita dell’occupazione”.

E’ una vecchia storia: l’Italia vanta la metà dei beni culturali al mondo ma non riesce a sfruttare questa ricchezza, che rappresenta al tempo stesso un enorme vantaggio competitivo verso altri Paesi. Per dire, l’Italia ha 424 musei statali ma il 50% dei visitatori si concentra negli 8 poli museali più grandi. Il problema di fondo, come ha detto in un’intervista a Repubblica lo scrittore e parlamentare Gianrico Carofiglio, è che “consideriamo spesso la cultura come un accessorio, un ornamento, un abbellimento”, qualcosa di superfluo e divertente. Insomma, sottovalutiamo una caratteristica del nostro Paese che invece potrebbe rivelarsi enormemente redditizia: la sua bellezza.

Si pensi allo scempio della Reggia di Carditello, la tenuta di caccia della dinastia borbonica che sorge tra Napoli e Caserta, un gioiello del neoclassicismo che versa in condizioni disperate, saccheggiato dai vandali che rubano pezzi di affreschi e di marmo sapendo di farla franca. Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha messo all’asta il “Real Sito” al prezzo base di venti milioni di euro, già sceso di qualche milione, ma non si trova un compratore, mentre alla cura della tenuta ci pensano le associazioni di volontariato. Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera, ha scritto che il caso Carditello delegittima lo Stato italiano, umiliandolo davanti ai cittadini.

Purtroppo è stato dimostrato che il degrado ambientale e l’incuria culturale favoriscono una più generale insicurezza sociale, la diffusione di comportamenti incivili e nel peggiore dei casi l’avanzata della criminalità organizzata. E’ la “teoria delle finestre rotte” elaborata all’inizio degli anni Ottanta dai ricercatori Wilson e Kelling, per cui, se la finestra di una fabbrica o di un ufficio è rotta, i passanti guardandola penseranno che nessuno se ne cura. Presto tutte le finestre si romperanno dando l’impressione che non solo il palazzo ma anche la strada circostante ormai è fuori controllo. Così sempre più cittadini eviteranno di passare da quella strada, che finirà in cattive mani.

Una cosa è certa. In Italia siamo sempre pronti a lamentarci ma non altrettanto a partecipare direttamente e attivamente alla “sorveglianza” dei nostri beni culturali e naturali. Servirebbe allora un bagno di civismo. Ecco perché, accogliendo la proposta del Sole 24 Ore, ti chiediamo di aiutarci a salvare l’Italia con la bellezza. Dobbiamo fare un salto di qualità (della vita), mettere al primo posto la difesa dell’ambiente in cui viviamo, se minacciato, o promuoverlo, se il suo valore economico non viene sfruttato adeguatamente. Se ci riusciremo, diventerà anche più facile chiedere lo scontrino alla cassa, pagare il biglietto dell’autobus, o evitare di parcheggiare in doppia fila.