Salvini contro Mattarella: Denuncia per vilipendio? Me ne frego

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Salvini contro Mattarella: Denuncia per vilipendio? Me ne frego

11 Aprile 2016

“Altro che il buonista Mattarella. Fa bene l’Austria che evidentemente ha politici che difendono gli interessi dei loro cittadini”. Il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini torna ad attaccare il presidente della Repubblica, commentando la notizia dell’inizio dei lavori al Brennero per costruire una barriera con l’Italia. “Se qualcuno mi denuncia, non me ne puo’ fregar di meno”, replica Salvini all’ipotesi di denuncia per vilipendio e alle critiche per i pesanti giudizi espressi ieri nei confronti di Mattarella in tema di immigrazione.

Nessun passo indietro del leader della Lega Nord, anzi nuove accuse al capo dello Stato, colpevole di “non proteggere le nostre frontiere dall’invasione di clandestini e di schifezze, facendo intendere che da noi puo’ entrare di tutto: persone e merci schifezza”. “Non mi riconosco in questo Presidente della Repubblica e non mi pento di quello che ho detto. Macche’ frontiere aperte! In tutto il mondo si controllano e difendono le proprie frontiere”.

Salvini replica anche agli attacchi dei democrats: “Ho visto che il Pd mi denuncia per vilipendio, colui che commette questo reato nei confronti degli italiani e’ in primis il signor Mattarella”. Salvini non e’ il primo segretario della Lega Nord a rischiare una denuncia per vilipendio. Umberto Bossi, anche lui lo ricordiamo per violenti attacchi contro il Colle, lo scorso anno e’ stato condannato dal tribunale di Bergamo a 18 mesi “per offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica e per vilipendio alle istituzioni”. Il senatur durante un comizio nel bergamasco, nel 2011, defini’ l’allora capo dello Stato Giorgio Napolitano “un teru’n”, accompagnando la parola a gesti offensivi.