Salvini è la rovina del centrodestra

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Salvini è la rovina del centrodestra

22 Febbraio 2015

Matteo Salvini ha già fatto molti guai nel centrodestra ma è niente in confronto a quello che potrebbe ancora combinare. Le avvisaglie le abbiamo avute nel maggio scorso in Piemonte quando la Lega – tentata fino all’ultimo dal correre sola alle Regionali – contribuì egregiamente alla sconfitta del candidato di un centrodestra diviso e malconcio per l’annullamento del voto precedente.

Per non dire dell’Emilia, dove ha prevalso alla grande il nuovo corso degli ultras lepenisti, stop invasione e fuori da Schengen, con il risultato migliore di sempre per Salvini e “il peggiore di sempre per il centrodestra”, ha ricordato Alfano parlando alla Winter School di Sestriere. Due sconfitte e un modello che sono condannati ad avere effetti deflagranti sulle prossime Regionali.

Il prendere o lasciare imposto nei giorni scorsi a Berlusconi, “mai con Ncd”, e le risposte poco diplomatiche ricevute via Twitter da forzisti di primo piano, sono l’abbozzo di un capolavoro strategico che potrebbe incorniciare Salvini negli annali della politica italiana più floppista e minoritaria. C’è il rischio di far perdere al centrodestra una delle Regioni dove ha governato più a lungo, il Veneto, e di appiccare un incendio capace di estendersi anche alla Lombardia. Spaccare le coalizioni che hanno governato le Regioni del Nord, spaccando al suo interno anche la Lega, definirlo fantastico è poco.

Nel Sud, fatta eccezione per qualche incursione al grido di facciamo pace con i meridionali, in realtà al momento si va sottotraccia al seguito di Fratelli d’Italia. Gli ultimi sondaggi fotografano un passo indietro delle liste salviniane ma il problema è di evitare a certe incrostazioni ideologiche padane di snaturare la partita in regioni chiave come la Campania, come pure in Puglia, dove la sfida è difficile ma c’è unità e voglia di cambiamento intorno a Schittulli.

La Lega va per i fatti suoi in Liguria, dove i sondaggi sono quello che sono. L’effetto No Euro in Toscana, Umbria e Marche non può che danneggiare i tentativi fatti dalle forze moderate di convergere su buoni nomi da sostenere. Eccolo dispiegarsi in tutta la sua potenza il grande piano lepenista: perdere ovunque si va al voto e condannarsi a essere solitaria minoranza.

L’alternativa è che il centrodestra moderato e riformista sappia rifondarsi, ultimando nello stesso tempo le riforme iniziate, completate o da completare durante questa legislatura. Le riforme costituzionali. Il Jobs Act. Il Family Act rilanciato dal palco di Sestriere da Alfano.

Area Popolare può rivendicare di aver intrapreso e percorso, per prima, questo (lungo) cammino. “Mentre Salvini con le sue ‘salvinate’ sta affossando il centrodestra”, ha detto Alfano, “noi creiamo le basi per una futura area moderata, nel senso più alto della responsabilità per l’Italia”.