Salvini, Meloni, Berlusconi: ma il biotestamento e le unioni civili li volete cambiare o no?

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Salvini, Meloni, Berlusconi: ma il biotestamento e le unioni civili li volete cambiare o no?

28 Febbraio 2018

“La radicale solitudine di Eugenia”: è il titolo di un articolo di qualche giorno fa sul venerdì di Repubblica, a firma Filippo Ceccarelli. Non certo un sostenitore politico di Eugenia Roccella, a cui l’articolo si riferiva, ma un osservatore attento che, guardando la foto di un incontro a cui tutto il centrodestra partecipava con i suoi leader più rappresentativi (Salvini e Meloni in primis), ha commentato che l’unica convinta di quel che si diceva in quel momento, era lei (https://www.loccidentale.it/articoli/146503/la-radicale-solitudine-di-eugenia).

In quell’intervento la Roccella, fra l’altro, prometteva che, se fosse entrata di nuovo in parlamento, si sarebbe adoperata per eliminare la legge sulle unioni civili. Un impegno non nuovo: all’indomani della approvazione della Cirinnà, lei ha depositato la richiesta di raccolta delle firme per un referendum abrogativo, che non ha potuto avere seguito per il regolamento referendario stesso, che vieta tale raccolta nell’anno che precede le elezioni politiche.

L’intervento della deputata di Idea è stato ignorato da chi era all’incontro segnalato da Ceccarelli, ma non dai sostenitori della legge Cirinnà, a partire dalla stessa Cirinnà, che è intervenuta subito dopo con durezza contro la Roccella, e dai militanti LGBT che hanno attaccato in massa la sua pagina fb. I giornalisti, a caccia di notizie nella campagna elettorale appena iniziata, hanno sperato in qualche dichiarazione succosa, e hanno iniziato a chiedere ai leader del centro destra cosa ne pensassero dell’eventuale eliminazione o modifica della legge sulle unioni civili, e se fossero d’accordo con le affermazioni della Roccella. Salvini e la Meloni hanno preso subito le distanze, dichiarando che l’unico punto di riserva erano le adozioni gay. Berlusconi prima ha detto di si, mettendo insieme anche una possibile revisione alla norma sul biotestamento, in una bella intervista su Libero, per poi fare un passo indietro e allinearsi al no degli altri due. La possibilità di cambiare queste due leggi è così entrata nel dibattito politico elettorale, anche se alla Roccella non si sono affiancati i leader politici del centrodestra, ma, piano piano, solo alcuni candidati della coalizione, a titolo personale.

Eppure gli italiani, in tutti i sondaggi, si sono sempre mostrati in maggioranza contrari a una equiparazione delle convivenze omosessuali al matrimonio, come invece sta avvenendo adesso, nei pur scarsi numeri delle coppie che hanno usufruito della legge. Per non parlare dell’utero in affitto, formalmente ancora vietato dalla 40, ma di fatto sdoganato da molte sentenze che legittimano la registrazione in Italia delle nascite all’estero di bambini, da madre surrogata, anche grazie a un comma della Cirinnà, che consente ai giudici di procedere in questo modo, senza comminare sanzioni a coloro che vi hanno fatto ricorso. Analoghe considerazioni potrebbero essere fatte per la legge sul biotestamento, appena entrata in vigore: ha molti punti problematici, anche dal punto di vista della mera applicazione, e già è stata invocata da tribunali in termini di aperura al diritto a morire. Perchè rinunciare in partenza a cambiarle, nel nuovo parlamento, come propone Eugenia Roccella?

In questi giorni si fa un gran parlare del rosario e del vangelo esibiti da Salvini sul palco, e ci si divide fra chi lo giudica una furbata accalappia voti e chi invece lo apprezza, ritenendolo una sorta di “outing” cattolico. Fioccano anche le dichiarazioni di sostegno a vita e famiglia, in generale, da parte dei leader della coalizione di centrodestra. Ma sulle due leggi che più le hanno minate, la vita e la famiglia, i leader continuano a essere latitanti, dandole ormai per acquisite. Anzi: accettando, nelle dichiarazioni, di farle passare come “diritti” che non si possono più mettere in discussione.

Nonostante queste mie riserve, ribadisco che voterò solo all’interno della coalizione di centrodestra (per la precisione, la cosiddetta “quarta gamba”). Perché? Perché vorrei ricordare a tutti che tutte queste leggi, dalle unioni civili al biotestamento passando per il divorzio breve, le dobbiamo alla vittoria del PD nel 2013, dovuta a una piccolissima maggioranza di voti, rispetto al centro-destra: lo 0.37% in più, a livello nazionale, alla camera. Molto meno dell’1%. Un piccolo scarto, pari più o meno a quello che fece Ferrara con la sua “lista pazza”; uno scarto che, comunque, è stato sufficiente a impedire al centrodestra di guidare il governo, e ha costretto alla coalizione. Non voglio che la triste storia si ripeta. 

Ma a proposito del centrodestra, che voterò, voglio aggiungere: è sicuramente di impatto sventolare rosari e fare dichiarazioni rassicuranti sul valore della tradizione. Tutti gesti e atti che a me lasciano invece totalmente indifferente, se non sono seguiti da scelte molto concrete. E’ un po’ come suonare i tamburi di guerra ma poi rimanere tranquillamente accampati a giocare a carte. Vorrei quindi chiedere di nuovo e innanzitutto alle “prime file” della coalizione di centro destra, ai leader, cosa intendono fare dell’appello della Roccella, una volta entrati in parlamento: volete modificarle o no, queste leggi? Riuscite a capire cosa è in gioco, con queste due leggi? Se la coalizione di centrodestra vincesse, o comunque avesse, come sembra, un risultato importante, le condizioni politiche per modifiche importanti ci sarebbero: per quale motivo sembrate aver rinunciato in partenza?