Samsung, arrestato il vicepresidente Lee
17 Febbraio 2017
Lee Jae-Yong, vicepresidente di Samsung e nipote del fondatore, è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta per corruzione che vede coinvolte anche la presidente della Repubblica Park Geun-hye, sotto impeachment, e la sua confidente Choi Soon-sil. Oltre che di corruzione, è accusato anche di frode e spergiuro. Il giudice a gennaio aveva respinto la richiesta di arresto dei pubblici ministeri. Lee Jae-Yong ora potrebbe essere formalmente incriminato, i pm lo possono detenere fino a un massimo di 20 giorni.
Il procedimento contro Lee rischia di durare a lungo, circa 18 mesi e Samsung deve correre ai ripari, visto che Lee, 48 anni, è l’erede designato dell’impero, che ha ricevuto dal padre, Lee-Kun-Hee. Lee senior si è dimesso nel 2008 per una brutta faccenda di fondi illeciti, poi è tornato al potere due anni dopo e nel 2014 è stato costretto a lasciare ancora, per un attacco di cuore, passando la gestione dell’azienda al figlio Lee.
Lee è accusato dai giudici che indagano sullo scandalo della presidente Park di aver versato tangenti a un oscuro personaggio, Choi Soon-Sil, senza alcun incarico ufficiale, ma ribattezzata la ’Sciamanà, o la ’Rasputin’ sudcoreana, sotto inchiesta per aver utilizzato la sua relazione e amicizia con con la Park per estorcere denari alle grandi aziende sudcoreane. Pur di acquisirne i favori ed entrare nelle sue grazie, le grandi conglomerate sudcoreane avrebbero versato milioni di dollari a fondazioni private da lei create.
Samsung, sarebbe stato il più generoso: avrebbe donato oltre 30 milioni di dollari, alle fondazioni della Choi, seguito da Hyundai, SK, LG e Lotte. Le donazioni di Samsung e delle altre chabeol hanno travolto la Park, che è stata destituita nel dicembre scorso. Samsung è anche sospettata di aver versato 2,8 milioni di dollari alla Widec Sport in Germania, una società controllata dalla sciamana. I soldi sarebbero serviti a sviluppare le attività della federazione nazionale di equitazione, in vista delle Olimpiadi di Tokyo del 2020, anche se poi cifre ingenti sarebbero servite per pagare il cavallo usato dalla figlia di Choi, Jeong Yu-Ra e i suoi allenamenti.
Tuttavia i rapporti tra Lee e Choi non si limintano alle tangenti, ma si legano anche all’ascesa del giovane erede designato Lee ai vertici del gruppo. La sciamana infatti avrebbe fatto da intermediaria per convincere l’importante azionista di una società di Samsung, il fondo pubblico Nps, il quarto al mondo per valore di asset, ad approvare nel 2015 la fusione tra due aziende di Samsung, Cheil Industries e Samsung C&T, una controllata attiva nelle costruzioni.