Sandy mette in ginocchio gli Usa Obama: “Catastrofe per NY”
30 Ottobre 2012
Cinquanta morti e 8 milioni di persone senza elettricità. Un impianto nucleare a rischio e un ospedale evacuato. E’ questo, fino ad ora, il bilancio di Sandy, la "tempesta perfetta" come è stata ribattezzata da molti, che la scorsa notte ha flagellato senza pietà la costa orientale degli Stati Uniti. Dopo il suo arrivo intorno alle 8 di ieri sera ad Atlantic City, in New Jersey, il ciclone sembra aver perso potenza. Restano il forte vento e la pioggia sferzante. Le vittime, molte per caduta di alberi, si sono registrate negli stati di New York, New Jersey, Maryland, North Carolina, West Virginia, Pennsylvania e Connecticut.
L’impatto dell’uragano Sandy, declassato poco tempo prima del suo arrivo a "tempesta post-tropicale", è stato violentissimo anche perché si è scontrato nell’area di New York con una perturbazione proveniente da nord.
Il presidente americano, Barack Obama – che ieri dal quartier generale della protezione civile statunitense aveva lanciato l’appello sull’importanza di prendere seriamente l’evento meteorologico perché "potente e pericoloso" – ha dichiarato lo "stato di calamita’" per la città di New York. Un provvedimento che renderà possibile lo stanziamento di fondi per far fronte all’emergenza causata dai danni alle infrastrutture e dagli allagamenti.
La Grande Mela è letteralmente paralizzata e affoga in alcune zone sotto oltre 4 metri di acqua. I voli cancellati per le prossime 36 ore sono 7.400, oltre 370.000 persone hanno lasciare le loro abitazioni nelle zone di Brooklyn e Lower Manhattan e il servizio di metropolitana e di autobus è sospeso. Secondo la Metropolitan Transportation Authority ci potrebbero volere dalle 14 ore ai quattro giorni per prosciugare l’acqua dai tunnel della metro. Wall Street resterà chiusa per il secondo giorno consecutivo. Un evento eccezionale che, per cause naturali, non si verificava dal 1888.
Dall’acqua al fuoco. Proprio gli allagamenti che hanno provocato interruzioni di corrente e corto circuiti potrebbero, infatti, essere all’origine dell’indomabile incendio che imperversa da ore a Breezy Point, un quartiere del Queens e che ha distrutto oltre 50 case, provocando almeno due feriti. Fiamme anche a Brooklyn, in un deposito per il riciclo della carta e in un parcheggio. E desta anche molta preoccupazione la centrale nucleare di Oyster Creek, nel sud del New Jersey, a 40 km da Atlantic City una delle prime zone a essere investite dal ciclone. Il Us Nuclear Regulatory Committee, l’ente preposto alla sicurezza atomica, ha fatto sapere che al momento non c’è alcun piano di spegnimento, ma la situazione viene monitorata perché "il livello dell’acqua ha superato alcuni criteri di aspirazione di acqua nella struttura".
Non solo rete elettrica e mezzi di trasporto. Sandy paralizza anche le presidenziali. Obama e Romney hanno cancellato diversi appuntamenti a causa della tempesta. Lunedì sono state sospese le operazioni di "early voting" in Maryland. Le difficoltà meteorologiche minacciano di ritardare tutte le operazione pre-voto sulla East Coast. Ma l’estrema attenzione con cui il candidato democratico e presidente uscente sta affrontando l’emergenza – per molti occasione per marcare la differenza rispetto alla passività di Bush rispetto all’uragano Katrina – rappresenta già motivo di discussione, assieme al valore della Protezione Civile (Fema) che quest’anno con Sandy, l’anno scorso con Irene ha assunto un rilievo eccezionale nell’organizzazione dei soccorsi e nel pronto intervento alla popolazione civile.
Placata la sua furia su New York, dove i testimoni dicono regni un’"atmosfera spettrale", il devastante uragano – che lo scienziato del Mit Kerry Emanuel ha definito una "tempesta ibrida" di cui gli esperti sanno molto poco e che a causa dei cambiamenti climatici in futuro potrebbe ri-scatenarsi – si sta dirigendo minacciosamente verso il Midwest e Chicago, nell’Illinois.
E nonostante la famosa "quiete dopo la tempesta" fatichi ad arrivare, già si fa la conta dei danni: secondo le prime stime dell’agenzia Bloomberg, Sandy potrebbe provocare fino a 20 miliardi di dollari di perdite per l’economia americana, tra negozi e fabbriche chiusi, trasporti aerei interrotti soprattutto a scapito delle compagnie di assicurazione. Si ritiene, infatti, che i danni alle abitazioni potrebbero portare al pagamento di premi fra i 5 e i 10 miliardi di dollari.
In poche ore Madre Natura ha letteralmente messo in ginocchio un’intera nazione.