Sanità, si va verso l’accorpamento delle strutture ospedaliere

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Sanità, si va verso l’accorpamento delle strutture ospedaliere

09 Marzo 2012

La sanità del Molise è a un bivio: da un lato, c’è da fare i conti con i tagli imposti dal Piano di rientro dal deficit e, dall’altro, c’è da garantire che la qualità del servizio resti accettabile compatibilmente con le disponibilità in cassa. Secondo il governatore Michele Iorio le due esigenze possono coincidere, ma non senza qualche sacrificio. Il Molise ha troppi ospedali rispetto al numero di abitanti e il Governo nazionale non è disposto a concedere altro tempo. Per il presidente della Regione Iorio – che ricopre anche l’incarico di commissario per la sanità -, la soluzione per far quadrare i conti della gestione del comparto sanitario in Molise è accorpare – dove possibile – le strutture ospedaliere esistenti, senza chiuderle del tutto. E’ stato proprio il governatore a tranquillizzare l’opposizione di centrosinistra in Consiglio regionale sottolineando che “non c’è ospedale che sta per chiudere”.

Quanto all’accorpamento dell’ospedale di Larino a quello di Campobasso, però, c’è stata una inversione di rotta sull’Atto aziendale che prevedeva tale misura. Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mozione (riformulata in alcuni punti) presentata dal consigliere regionale di opposizione Filippo Monaco (Sel) per impedire la fusione tra le due strutture sanitarie, in quanto si sarebbe trattato di un progetto che avrebbe determinato un abbassamento della qualità del servizio offerto ai cittadini. L’altra questione riguardava il taglio di posti letto che l’accorpamento tra le due strutture sanitarie avrebbe determinato al San Timoteo di Termoli, una delle tre strutture, insieme al Cardarelli di Campobasso e al Vietri di Larino, che coprono il territorio dal capoluogo di Regione fino alla costa . Si è parlato, infatti, di una perdita stimata di 162 posti letto. In questo modo, si sarebbe creato uno squilibrio con il polo sanitario di Campobasso e Isernia, oltretutto con il rischio di deficit di assistenza e cura sulla costa molisana, dove in estate la popolazione raddoppia. Anche i sindaci del basso Molise, insieme ai primari del San Timoteo e del Vietri, dopo numerosi incontri con le istituzioni del territorio, sono giunti alla conclusione che l’accorpamento tra i due ospedali non avrebbe portato nessun beneficio, ma solo problemi e disservizi. Gli amministratori hanno elaborato un documento per chiedere proprio la modifica dell’Atto aziendale. Se di accorpamento si dovrà parlare, dunque, riguarderà l’ospedale Vietri con il San Timoteo di Termoli.

Con la mozione approvata in Consiglio regionale, ora si aprono le porte a una rivisitazione del Piano sanitario regionale in cui si dovrà rivedere la distribuzione dei posti letto. Intanto, resta anche in piedi l’altro progetto di fusione dell’ospedale Cardarelli di Campobasso con la Fondazione Giovanni Paolo II (ex Cattolica). L’obiettivo è mantenere alta la qualità dei servizi offerti, ma risparmiando nei costi di gestione. La politica, dunque, si sta muovendo nella direzione di riorganizzare la sanità molisana, ma l’ostacolo più grande resta convincere le popolazioni locali che i tempi sono cambiati e che la Regione non può più permettersi costi sanitari così elevati. I comitati a difesa dei vari ospedali continuano la loro battaglia, ma la strada della riorganizzazione del settore è stata già imboccata e difficilmente si potrà tornare indietro.