Sanitopoli, stavolta c’è Vendola nel mirino della magistratura barese
12 Novembre 2009
D’Alema qualche mese fa parlò di “scosse” che avrebbero interessato la politica: mai profezia fu più azzeccata. Da quel momento il centrosinistra in Puglia è perennemente sotto i riflettori della magistratura barese. L’ennesimo tassello di questo enorme mosaico investigativo è stato apposto proprio poche ore fa.
Il quotidiano “Libero” è venuto in possesso di una informativa riguardante, tra gli altri, il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. In questo atto si ipotizza il reato di tentata concussione a carico di Vendola e di dieci nomi eccellenti della politica e della sanità pugliese.
Il documento è stato depositato dai Carabinieri del nucleo investigativo di Bari presso la segreteria della PM Digeronimo.
Vendola, l’ex Assessore regionale alla Sanità Tedesco, l’ex Direttore della Asl di Bari Cosentino, l’Assessore regionale ai Trasporti Loizzo e gli altri personaggi eccellenti sarebbero accusati – è scritto nell’informativa – “di aver imposto nel maggio del 2008 ai direttori generali delle Asl e di differenti presidi ospedalieri pugliesi, le nomine dei direttori amministrativi e sanitari, nonché di primari di strutture operative complesse, al fine di rafforzare la presenza della propria coalizione politica nelle istituzioni locali”.
Intanto la PM Digeronimo rischia di vedersi ritirare la delega per questa indagine, poiché il Procuratore capo della Repubblica di Bari, Antonio Laudati, è molto infastidito e rammaricato per la continua fuga di notizie riservate.
Lo stesso Laudati ha confermato l’esistenza dell’informativa sopracitata, ma ha aggiunto che “trarrà le dovute conseguenze sotto il profilo organizzativo e processuale”. In altre parole, per evitare la continua divulgazione di atti giudiziari potrebbe richiederne la trasmissione diretta a lui.
Nei confronti di Vendola, allo stato attuale, non esiste nessun procedimento penale, ma – conferma Laudati – “c’è una valutazione che sarà fatta in futuro” proprio sull’attuale Presidente. L’indagine, intanto, si arricchisce di un nuovo personaggio: esisterebbe un collaboratore, ritenuto molto attendibile, che avrebbe iniziato a raccontare nuovi particolari sulla rete sanitaria pugliese. Quanto finora descritto delinea un quadro investigativo in continua evoluzione, ma stavolta a rischiare grosso politicamente è proprio il Presidente Vendola.
Se Vendola ricevesse un’informazione di garanzia ciò minerebbe definitivamente la possibilità di una sua ricandidatura alla guida della Regione Puglia. In tal caso si aprirebbero scenari completamente inaspettati con la eventuale candidatura dell’attuale Sindaco di Bari, Michele Emiliano, alla presidenza della Regione, oppure con la candidatura di un altro esponente, magari della società civile, che potrebbe essere anche nelle grazie del Partito di Casini o dell’Italia dei Valori.
Inevitabilmente gli sviluppi delle indagini influiranno sul percorso politico della Regione Puglia che, allo stato dei fatti, merita un’inversione di tendenza nella gestione della cosa pubblica. I cinque anni di governo Vendola non hanno prodotto quel “vento di cambiamento” di cui tanto si parlò nella campagna elettorale, ma, semmai, hanno affossato la sanità pugliese con un deficit sanitario tra i più alti d’Italia. Forse anche per questo, negli ultimi sondaggi sul gradimento dei Presidenti di Regione, Vendola è terzultimo seguito solo dal campano Bassolino e dal calabrese Loiero. Vox populi, vox Dei!