Sanremo e la Fenomenologia del Meme

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Sanremo e la Fenomenologia del Meme

Sanremo e la Fenomenologia del Meme

08 Febbraio 2023

È cominciata la 73esima edizione del Festival di Sanremo

È da qualche anno che si assiste a un sempre crescente interesse dei giovani nei confronti di Sanremo. Un tempo (neanche troppo remoto) era considerata una manifestazione canora riservata solo a quella fetta di popolazione cresciuta negli Anni Ottanta. Oggi è tornata alla ribalta fra le nuove generazioni, catalizzando il loro interesse nei confronti di uno degli eventi televisivi più celebri della televisione pubblica italiana.
Ma come ci siamo arrivati? Analizziamo alcuni fattori.

Le nuove leve

Certamente, la presenza di voci nuove, più legate alla cultura musicale giovanile e riportate in un contesto più mainstream (è indiscutibile l’autorità che Sanremo continua ancora a esercitare come istituzione nel settore artistico) , è una concausa. Portare un ventenne sul palco che suona e canta la musica che piace ai ragazzi, renderà inevitabilmente questi ultimi più interessati alla visione del programma.
Portare nuove leve sul palco dell’Ariston sembrava un’abitudine caduta in disuso. Tuttavia, ci si è scontrati con questo rinnovato bisogno.

L’operazione nostalgia

Quest’anno poi si è molto giocato con un’operazione nostalgia che si è preannunciata fin da subito come assolutamente vincente. Accanto ai nomi di ieri e di oggi, non dobbiamo dimenticare quelli che si collocano un po’ nel mezzo e che hanno segnato l’infanzia e l’adolescenza dei millennial. Attesissimo il ritorno di Paola e Chiara, che hanno animato le estati di fine anni Novanta e inizio anni Duemila. Ma anche gli Articolo 31 e Gianluca Grignani.

Sanremo e la Fenomenologia del Meme

Un altro fattore riguarda l’uso di internet, quella che chiameremmo una Fenomenologia del Meme.
La parola “meme” non è più un neologismo relegato al linguaggio esclusivamente giovanile, e Sanremo si è rivelato una fonte inesauribile di momenti iconici e grotteschi.
Basta affacciarsi su Instagram e Twitter per essere travolti da un mare di queste immagini ironiche nelle quali tutti possono ritrovarsi. Ad aver lanciato il trend è stata sicuramente l’ormai celeberrima esibizione di Bugo e Morgan in occasione di Sanremo 2020. L’ex componente dei Bluvertigo modificò ad hoc le parole del brano eseguito col cantautore di Rho, messo in imbarazzo di fronte all’intera platea, compresa quella televisiva. Ancora oggi, a distanza di tre anni, tutti si augurano di poter assistere a una polemica come quella scaturita quella notte sulle note di “Le brutte intenzioni, la maleducazione…”.
O ancora, i membri dell’orchestra che lanciano gli spartiti alla fine della prova canora di Pupo, Emanuele Filiberto di Savoia e il tenore Luca Canonici, di fronte a un’esterrefatta Antonella Clerici.

Il FantaSanremo

Senza contare la partecipazione dei più giovani al “FantaSanremo” , un gioco online non dissimile dal ben più famoso FantaCalcio. Il gioco consiste nel creare delle proprie squadre, ma anziché i calciatori, si schierano i cantanti che partecipano alla kermesse. Vince chi in squadra ha inserito chi più alte possibilità di vincere o di lanciarsi in esternazioni dall’alto contenuto ironico che potrebbero potenzialmente diventare un meme. Si torna sempre lì.
Un artista cade dal palco durante l’esibizione? Un cantante dimentica le parole del testo? Pane per i denti dei memers.

Siamo di fatto di fronte a un nuovo modo di usufruire di un prodotto mediatico, ma anche di divulgarlo e di comunicarlo nelle chiacchiere fra amici e nelle chat di WhatsApp. Sociologicamente e semioticamente parlando, la Fenomenologia del Meme non può che essere degna di attenzione.