Santa Monica, spara e uccide 4 persone. Giovane con problemi mentali

Un altro "uomo nero", un altro sparatore folle. Un giovane mentalmente disturbato ieri ha litigato con suo padre e il fratello a Santa Monica, in California. Li ha uccisi, ha appiccato un incendio alla casa dove viveva, al numero 2036 di Yorkshire Avenue. Poi ha imbracciato un fucile militare d’assalto, Ar-15, ha messo al cinturone una serie di caricatori, ha indossato un "tuta tattica", così l’ha definita la polizia e un elmetto, oltre alla maglietta con su scritto "La vita è un azzardo". E il rampage è partito. Il giovane è uscito per strada e ha cominciato a sparare agli automobilisti che passavano, uccidendone uno, il 68enne Franco Navarro, e ferendo almeno cinque donne al volante. A pochi chilometri di distanza, il Presidente Barack Obama era impegnato in un pranzo di raccolta fondi per i Democratici e a breve avrebbe incontrato il leader cinese in visita negli Usa. Il ragazzo, riferiscono testimoni e fonti della polizia, era armato fino ai denti e si è messo a sparare con "calma" e con "metodo" le sue vittime, compresi i poliziotti che lo hanno incrociato a un certo punto. A quel punto il giovane si è diretto verso il campus cittadino, dove in quel momento c’erano migliaia di studenti. Nel tragitto, ha ucciso un altra donna che ha incrociato fuori dall’università. Poi è entrato nella biblioteca del college in un fuggi fuggi generale, cercando di prendere un ostaggio. La polizia a quel punto è intervenuta, uccidendolo. Il fatto che il giovane fosse armato nonostante i suoi disturbi mentali riapre la discussione che il Presidente Obama ha aperto negli Usa sulle limitazioni alla proprietà di armi da fuoco, una iniziativa che però è stata in parte smontata dal Congresso e dalla potente lobby delle armi. La strage di Santa Monica viene dopo quella in Connecticut, 20 bambini e 6 adulti uccisi, e quella nei sobborghi di Denver, quando un uomo travestito da Batman sparò in un cinema uccidendo 12 persone.