Sarà Bobby Jindal il repubblicano che risponderà al discorso di Obama
19 Febbraio 2009
Sulle pagine dell’Occidentale abbiamo già parlato diffusamente di Bobby Jindal che, per molti conservatori del GOP, un giorno potrebbe essere il nuovo presidente degli Usa. Sarà lui a rispondere al primo discorso che Obama terrà di fronte al Congresso degli Usa il prossimo 24 febbraio.
Jindal è un giovane conservatore che ha bruciato le tappe. Prima di diventare governatore e sedere al Congresso, è già stato a capo del sistema universitario della Louisiana, ai vertici del ministero della sanità e nella commissione bipartisan per la riforma del Medicare. Non male per uno che deve ancora compiere 40 anni. Queste esperienze lo hanno catapultato ai vertici della gerarchie repubblicane anche se, per alcuni osservatori, questa sovraesposizione mediatica potrebbe essere una risposta superficiale più che ideologica al fenomeno Obama.
Jindal potrebbe dare un messaggio di "diversità" al movimento neoconservatore: è figlio di migranti indiani e potrebbe modificare l’immagine "bianca e maschia" che è prevalente nel GOP. Secondo il leader della minoranza repubblicana alla Camera, il senatore McConnell, Jindal è stato un’ottima scelta perché il partito "pensa di dover dare l’opportunità di rispondere al discorso del presidente a un esponente della prossima generazione".
Jindal ha fatto anche trapelare quali saranno le linee guida del suo discorso. Parlerà della Louisiana ringraziando il resto della nazione per l’aiuto che lo stato ha ricevuto durante gli uragani Gustav e Ike. Il governatore è stato anche critico verso il "Piano Obama" per il salvataggio dell’economia, dicendo che lo "stimulus package" potrebbe rivelarsi una fregatura per le generazioni future che si troveranno a dover smaltire il debito accumulato dai loro padri. Ma in ogni caso Jindal ha tenuto a precisare che la Nazione, in questo momento di crisi, deve mostrarsi unita, suggerendo che non userà il suo discorso per un attacco frontale a Obama. "Dobbiamo sostenere il nostro presidente per dargli tutte le chance".
Jindal non è stato tenero neppure con i vertici del GOP. Ha detto che i repubblicani sono diventati il partito della spesa a Washington e che da essere "il partito dell’opposizione devono trasformarsi nel partito delle soluzioni", secondo la definizione del leader della Camera John Boehner dell’Ohio. "Bobby" resta comunque un convinto sostenitore dei valori fondanti del movimento conservatore: pro-life al 100 per cento sull’aborto (ma difende la contraccezione d’emergenza in caso di stupro) e contro la ricerca sulle cellule staminali embrionali, contro la legalizzazione dei matrimoni gay e per l’insegnamento del "Disegno intelligente" nelle scuole pubbliche. Ovviamente è favorevole a rendere il "Patriot Act" un provvedimento permanente.