“Sarah Palin’s Alaska” è il vero antidoto alle “Casalinghe disperate”
17 Novembre 2010
Sarah Palin, ex governatrice dell’Alaska ed ex candidata repubblicana nel ticket delle ultime presidenziali Usa, torna a far parlare di sé: è la protagonista indiscussa di un reality show, "Sarah Palin’s Alaska", cinque milioni di telespettatori al debutto, che è stato il record assoluto di ascolto per l’emittente televisiva che l’ha mandato in onda. Chi si era abituato a sentir parlare Sarah in comizio e la associava alla figura, unidimensionale, del politico di professione, dovrà ricredersi. Non è solo questo, è anche madre e moglie. E vuole dimostrarlo a tutto il mondo.
Provate ad immaginarla, influente donna di ghiaccio del Partito Repubblicano, in una veste del tutto inedita: giaccone rosso oversize, tuta da ginnastica un po’ sciatta e trasandata (ma solo un po’), occhialoni neri sportivi, mentre è intenta a pescare nei gelidi mari del Pacifico. Eccola, incarnazione delle pioniere eroine della conquista del West, che punta ad abbattere l’ultimo pregiudizio sulla strada dell’emancipazione: la poltrona della Casa Bianca.
La Palin dai mille volti: Sarah che pesca, Sarah che cucina, Sarah alle prese con i suoi cinque figli. Tutto senza mai perdere il suo stile inconfondibile. La lunga chioma fluente è sempre perfetta, anche dopo una sfiancante giornata in barca; il sorriso a trentadue denti sprigiona ottimismo, nonostante il marasma e gli alti e bassi della vita familiare; gli short e la t-shirt che non sfigurano rispetto al più tradizionale tailleur d’ordinanza. Reality sì, ma si parla pur sempre di un personaggio pubblico e negli Stati Uniti non si fanno sconti, le cadute di stile si pagano a caro prezzo.
La Palin in video appare naturale e spigliata. Certo, ha dovuto sopportare le critiche e le gelosie di quelle femministe come India Knight che ha scritto di lei: “Sarah è la mia idea di un completo incubo”. Ma lei non si lascia intimidire dai giudizi negativi e tira dritto. Del resto, si sa, l’invidia è il rischio che si corre quando si ricopre un ruolo pubblico vincente. E allora vanno bene i capelli raccolti in uno chignon frutto di ore di styling; gli occhiali radical chic che qualcuno sarebbe pronto a giurare siano falsi; un trucco sobrio ma ancora memore di un passato da reginetta di bellezza (nel 1984 la Palina vinse il titolo di Miss Wasilla).
Nulla è lasciato al caso, e si vede. L’eleganza d’altri tempi è compensata dal piglio di “Hockey mom”, come lei stessa ama definirsi. "Sarah Palin’s Alaska" va in onda in contemporanea col telefilm più seguito d’America, Desperate Housewives, e la coincidenza non sembra casuale. Suona piuttosto come l’ennesima sfida dell’eclettica Palin: meglio una casalinga disperata per la sua vita fatta di intrighi e sotterfugi oppure un’affaccendata donna d’affari che si batte per il suo Paese mentre prepara un succulento manicaretto?