Sardegna: a cinque giorni dal voto partita la caccia agli indecisi

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Sardegna: a cinque giorni dal voto partita la caccia agli indecisi

10 Febbraio 2009

Fino a dieci giorni fa era tutto un batti e ribatti su chi era davanti nei sondaggi, ma a cinque giorni dal voto per il rinnovo del Consiglio regionale della Sardegna prevale (anche a prescindere dal divieto scattato da sabato 31 di rendere noti i risultati di tali rilevamenti) un clima di incertezza. E, intanto, la campagna elettorale consuma le ultime iniziative in attesa delle manifestazioni di chiusura che dovrebbero riproporre a Cagliari il duello a distanza tra i due contendenti accreditati per la vittoria: Renato Soru, presidente uscente, per il centrosinistra, e Ugo Cappellacci, per il centrodestra.

E con quest’ultimo, come promesso all’apertura, ci dovrebbe essere Silvio Berlusconi. Sono diverse le incognite che fanno sì che da alcuni giorni in entrambi gli schieramenti sembra prevalere la cautela. Uno dei quesiti su cui nessuno si sbilancia riguarda la percentuale degli indecisi, che gli ultimi rilevamenti davano molto alta. E questo dato viene associato da molti osservatori a un’altra variabile non di poco conto: il tempo. Per la prima volta, infatti, gli elettori vengono chiamati alle urne in un mese tradizionalmente freddo (e in questi giorni proprio il clima sta portando al ‘piccò dei sardi a letto per l’influenza) e diventato nell’isola anche molto piovoso.

E la notizia anticipata dal meteorologo Andrea Giuliani di un fine settimana tra i più freddi dell’anno rafforza questi interrogativi. A scalfire speranze o certezze dei due maggiori contendenti non sono solo gli indecisi e la possibile influenza meteo, ma anche il meccanismo elettorale e la presenza degli altri tre candidati alla presidenza, il socialista Peppino Balia, e due esponenti di movimenti indipendentisti, Gavino Sale, di Irs, e Gianfranco Sollai, di Unidade Indipendentista (un raggruppamento di tre movimenti). La percentuale che riusciranno ad ottenere potrebbe non servire direttamente a loro, ma potrebbe «pesare» nel confronto tra i due principali candidati. Il meccanismo elettorale prevede la possibilità del voto disgiunto, per cui uno può esprimere una preferenza nella lista circoscrizionale (che elegge 64 consiglieri) e poi dare il voto al candidato governatore, a prescindere dal collegamento con la lista provinciale. E il premio di maggioranza (che varia dal 55 al 60%, secondo il risultato) va al candidato presidente che ottiene più voti.