Sarkò rispolvera la Dottrina Mitterand e la Petrella resta in Francia

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Sarkò rispolvera la Dottrina Mitterand e la Petrella resta in Francia

13 Ottobre 2008

Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha deciso di negare l’estradizione in Italia dell’ex brigatista rossa Marina Petrella. Lo ha detto l’avvocato Irene Terrel, confermando un articolo del “Journal du Dimanche” che aveva anticipato la notizia. La decisione è stata giustificata da "ragioni umanitarie". La mossa di Sarkozy annulla il decreto del 3 giugno scorso, che autorizzava l’estradizione.

La Petrella è stata condannata all’ergastolo per omicidio nel 1992. Oggi ha 54 anni, una figlia, e un folto comitato di sostenitori. La figlia Elisa ha partecipato di recente a un programma radiofonico su RTL per raccontare "l’acuto lenimento che stiamo vivendo", dopo aver chiesto al presidente francese l’applicazione della "clausola umanitaria" prevista  dalla convenzione sull’estradizione franco-italiana del 1957, voluta dall’ancién président Mitterrand.

Marina Petrella aveva depositato un ricorso al Consiglio di Stato contro il decreto che autorizza la sua estradizione. Il ricorso verrà esaminato mercoledì prossimo. Ex dirigente della "colonna romana" delle Brigate Rosse, imputata nel processo Moro-ter, la Petrella fu scarcerata per decorrenza dei termini prima della condanna all’ergastolo. Nel ’92 i giudici la riconobbero colpevole dell’omicidio di un agente di polizia, di tentato sequestro e tentato omicidio, di sequestro ai danni di un magistrato, di rapina a mano armata e diversi attentati. Il processo si concluse con 153 condanne, 26 ergastoli e 20 assoluzioni.

Il 10 maggio del ’93, quando la condanna divenne definitiva, la Petrella era già latitante in Francia, dov’è stata arrestata nell’agosto del 2007. Lavorava come assistente sociale ad Argenteuil, nell’Île-de-France. Negll’ultimo anno le sue condizioni di salute, fisiche e psichiche, sono peggiorate, così la Corte d’appello di Versailles le ha concesso la libertà vigilata per poter ricevere cure mediche. La donna è ricoverata all’ospedale parigino di Sainte-Anne, dove la nutrono con un sondino che consente "la sua sopravvivenza con un’alimentazione minima", secondo la Lega dei Diritti dell’Uomo.

Quando ha ricevuto la notizia della revoca dell’estradizione, il suo avvocato ha definito la decisione dello stato francese “umana, necessaria e legittima”. La verità è che la Francia continua a tutelare i diritti dei brigatisti ma non quelli delle vittime italiane del terrorismo.