Sarkò va in tv per recuperare su Hollande. Ci sarà riuscito? Pare di no

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Sarkò va in tv per recuperare su Hollande. Ci sarà riuscito? Pare di no

Sarkò va in tv per recuperare su Hollande. Ci sarà riuscito? Pare di no

31 Gennaio 2012

Che Sarkozy debba recuperare terreno per essere rieletto presidente dei francesi, è fuori discussione. Restano 80 giorni circa. L’altro ieri sera, alle 20,30 si è presentato in TV, su 8 reti, pubbliche e private, in trasmissione unificata; e ci è rimasto per più di un’ora. Ha provato a recuperare lo svantaggio accumulato rispetto al suo avversario socialista Hollande e registrato da tutti sondaggi; ci sarà riuscito ? Non sembra, almeno a sentire il direttore dell’ istituto IPSOS.

Innanzitutto non è persona che buca gli schermi per simpatia o dignità di immagine o comunicatività. Anzi. In termini personali i francesi gli rimproverano molto. La continua frequentazione di ambienti ricco-sciccosi di Parigi, cari a lui e ai parvenus della Republique. La storia delle mogli: esibite ed usate, salvo esserne a sua volta usato, in giri complicati di parenti, amici e relazioni. Il tentativo di imporre il figlio (un giovane Dandy, tipo il Trota nostrano, in chic) alla testa di un importante ente economico parigino, l’EPAD. Viaggi privati, ospite di miliardari transalpini e non. L’arroganza volgare dell’insulto del Presidente nei confronti di un cittadino che lo “contestava”; e così via.

L’arroganza! Ecco, l’arroganza, in tutti suoi comportamenti personali, gli viene rimproverata; ha cercato di mascherarla nella trasmissione TV; glielo avevano detto; sii umile, ragionevole. Ma la recita non è un gran che riuscita. Poi ci sono stati i contenuti; una sfilza di interventi economici annunciati; naturalmente il solito piano casa (in campagna elettorale il piano casa è ormai, dovunque, un refrain-barzelletta), la Tobin tax dello 0,5 % sui movimenti dei capitali a partire da agosto prossimo; l’aumento della IVA francese dell’ 1,6 %, a partire da ottobre; l’abolizione dei contributi sociali per la quota a carico delle imprese; trattative sociali in azienda, decentrate; eccetera.

Tutte proposte, che fatte a tre mesi dalle elezioni – e che quindi impegneranno solo il loro vincitore, se lo vorrà -, sembrano una cortina fumogena, un tantino elettoralistica: ma soprattutto sono state presentate in maniera sconclusionata e con linguaggio difficile di uno che non sa, ma che vuol sembrare di sapere. Sarkozy ha un suo mentore economico, che si chiama Alain Minc; può far parlare lui di economia; conosce i problemi, è conosciuto ed è ottimo divulgatore; il Presidente poteva restare Presidente senza mettersi in cucina a proporre impasti, con poche idee economiche chiare e mancanza di statura di Stato (avrebbe dovuto parlare come Presidente dei francesi e non come candidato alla presidenza, in una meravigliosa sala dell’Eliseo); questo pensano in molti tra i suoi, magari proponendo qualcun altro al posto di Minc; poco importa. Non solo: ovviamente, alla raffica delle proposte, i giornalisti gli hanno ricordato che lui era lì da 5 anni e che gran parte di quelle cose poteva proporle e magari farle prima.

Infine egli ha parlato più della Germania che della Francia; la Germania come modello; il resto è poca cosa (come l’Italia o la Spagna) o niente – come la Gran Bretagna. E questo, per il popolo francese, è grave; perché ha rischiato di confermare la caricatura del piccolo immigrato ungherese, complessato dall’impero tedesco, che i francesi da secoli hanno combattuto. Ma è grave anche per l’Europa, che può credere all’Unione Europea, agli Stati Uniti d’Europa, all’euro, alle istituzioni conseguenti, ma che non potrà mai farsi “assoggettare” da uno o più Paesi della regione; le storie sono diverse; diverse le culture; diversi i valori e i modelli; e non sembra proprio che uno o più Paesi possano dettare le regole della vita nell’Unione.

Questa fissazione di Sarkozy sulla Germania e sui suoi valori, è sicuramente una sassata contro il nazionalismo francese, ma anche e soprattutto contro l’ Europa, che alla lunga non accetterebbe mai una conduzione dell’Unione franco-tedesca (sbagliato peraltro sarebbe anche pensare ad una triade con l’ Italia o ad altre oligarchie innaturali e non “democratiche”). Resta infine l’equivoco del Presidente Sarkozy, che formalmente non si è ancora candidato per le prossime elezioni; anche se ha detto che non mancherà all’appuntamento con i francesi alla fine del suo mandato (?); e anche se la Merkel ha fatto già sapere che andrà a far campagna elettorale per Sarkozy (probabilmente facendogli un danno, più che un piacere; ma l’“ungherese” non sembra capirlo).

Fatto sta che, furbescamente, Sarkò occupa gli spazi istituzionali, a cominciare dalla TV, da candidato e non da Presidente: ma anche queste non sono furbizie che possono pagare: anzi. Tuttavia Sarkozy ha la fortuna che di là c’è una “cosiddetta sinistra” pasticciona, arruffona, poco credibile in tempi di recessione; e profondamente divisa . Mancano 80 giorni circa alle elezioni francesi. Gli indecisi sono tantissimi e tutto può ancora succedere.