Sassi dal cavalcavia. Liberi i colpevoli dopo 12 anni

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Sassi dal cavalcavia. Liberi i colpevoli dopo 12 anni

17 Aprile 2009

"Una pugnalata: così l’ho vissuta, come una pugnalata". Vincenzo Berdini ha saputo dai giornalisti che gli assassini di sua figlia Maria Letizia – i fratelli Franco, Paolo e Alessandro Furlan e il cugino Paolo Bertocco, la "banda dei sassi dal cavalcavia" – sono usciti dal carcere di Ivrea. A luglio, scaduti gli ultimi mesi di arresti domiciliari, torneranno completamente liberi, grazie alla combinazione di rito abbreviato, indulto, e liberazione anticipata.

Maria Letizia fu uccisa il 26 dicembre del 1996 da un masso lanciato "per noia" dal cavalcavia della Cavallosa, lungo l’autostrada Piacenza-Torino. Viaggiava accanto al marito Lorenzo Bossini, con il quale avrebbe dovuto festeggiare il Capodanno a Parigi. Aveva 31 anni. "Da 12 anni ogni giorno vado a trovarla al cimitero – dice il padre – ma stamattina non ce l’ho fatta. Cosa le vado a raccontare, con che coraggio?…Posso solo dirle che mi vergogno di questo Stato". Vincenzo Berdini non ce l’ha con i giudici, "sia chiaro. Ho il massimo rispetto per loro, applicano le leggi. Sono le leggi che sono sbagliate, e vanno cambiate". In primo grado la banda dei sassi fu condannata a 27 anni e 6 mesi per omicidio volontario, pena ridotta di un terzo in appello grazie al rito abbreviato, con sentenza diventata definitiva nel 2001. In carcere i Furlan e Bertocco ci sono stati dal gennaio 1997 a pochi giorni fa. Anni durissimi per i Berdini, che in tutto questo tempo non hanno ricevuto "nè una lettera o un messaggio dai condannati, nè una lira di risarcimento dallo Stato". Uno Stato nel quale tuttavia Vincenzo Berdini continua a credere, "perchè non posso rassegnarmi diversamente". Tanto che in queste ore, nonostante "l’amarezza, la delusione e una grandissima rabbia" ha ripreso, come sempre, il suo posto di responsabile della Protezione civile locale per coordinare gli aiuti ai terremotati dell’Abruzzo. "L’emergenza sarà lunga, lo sappiamo, e c’è bisogno anche di noi".