Satira sull’Islam. Incendiata la sede del settimanale francese Charlie Hebdo

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Satira sull’Islam. Incendiata la sede del settimanale francese Charlie Hebdo

02 Novembre 2011

 La sede parigina del settimanale francese Charlie Hebdo, oggi in edicola in un’edizione speciale dedicata alle elezioni in Tunisia, è stata distrutta in un incendio divampato "intorno all’una del mattino" a causa di una molotov. L’incendio è stato subito domato dai vigili del fuoco e fortunatamente non ci sono stati feriti.

Già nei giorni scorsi la redazione aveva annunciato per il 2 novembre l’uscita di uno «speciale» dedicato alla vittoria degli islamisti di Ennahda nelle elezioni in Tunisia. Ma la decisione del direttore, Philippe Val, di ribattezzare la testata del settimanale col nome Charia Hebdo, per scherzare sulla sharia, la legge ispirata al Corano non è piaciuta affatto agli integralisti islamisti. Così anche la scelta di nominare Maometto "direttore straordinario" è apparsa come un ulteriore segnale di sfida agli estremisti. E non è tutto.

Nelle pagine interne non manca l’editoriale, attribuito al profeta, intitolato Halal Aperitif (aperitivo halal, ovvero analcolico) . C’è anche un inserto femminile, chiamato «Charia Madame». E nell’ultima pagina compaiono diverse vignette tra cui una che mostra Maometto con il naso rosso da clown. Poi c’è soprattutto la sua immagine in copertina che assicura: "Cento frustate se non morirete dal ridere”. Insomma, pare che l’assoluto divieto islamico di raffigurare il profeta sia stato per buona parte disobbedito.

Ma un portavoce della rivista ha detto che l’intento non era quello di mettere in moto una provocazione. “Lo speciale è motivato dal timore che la sharia possa costituire la base della legislazione post-Gheddafi in Libia”, ha spiegato lo stesso.

Il primo ministro francese, Francois Fillon, ha espresso "indignazione" per il violento attacco. "La libertà d’espressione è un valore inalienabile della nostra democrazia – ha spiegato Fillon in un comunicato – e qualsiasi minaccia alla libertà della stampa dev’essere condannata con la più grande fermezza. Nessuna causa può giustificare una azione violenta".

Non dimentichiamoci però che già nel 2007 il periodico aveva suscitato un vespaio di polemiche ed era stato denunciato da alcune organizzazioni islamiche per aver messo in pagina le famose dodici vignette danesi sul Profeta considerate oltraggiose. Le caricature erano state disegnate da Kurt Westergaard e avevano suscitato un’ondata di sdegno nel mondo islamico, con scontri che provocarono diversi morti.

Insomma, questa non è la prima volta che il settimanale satirico francese finisce nel mirino dell’integralismo islamico. A distanza di quattro anni si è ripresentato il problema. Adesso speriamo sia l’ultima volta.