Scajola candida l’Italia a piattaforma energetica del Mediterraneo
02 Marzo 2010
Rafforzare il ruolo dell’Italia come Paese di riferimento per lo sviluppo economico e culturale del Mediterraneo, rilanciare l’export del made in Italy e incrementare le opportunità di collaborazione e investimento per le imprese italiane. Questi gli obiettivi che sono emersi nel corso del secondo Forum economico del Mediterraneo, che si è tenuto a Roma il 25 e il 26 febbraio.
Il Forum, organizzato da ICE, Confindustria e ABI, in collaborazione con il Comune di Roma e l’Unione degli industriali e delle imprese di Roma e con il sostegno del Ministero dello Sviluppo economico e il Ministero degli Esteri, ha riunito a Roma più di 600 imprese, 200 delle quali provenenti da 13 paesi del Mediterraneo – Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Libia, Malta, Marocco, Territori Palestinesi, Siria, Tunisia e Turchia.
Il primo giorno di lavoro, svoltosi in Campidoglio, è stato dedicato alla firma di accordi tra istituzioni italiane e mediterranee e alla promozione della collaborazione industriale tra piccole e medie imprese. Ad aprire i lavori, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che ha evidenziato l’importanza del Mediterraneo come area di scambi e di transito dei commerci mondiali. Ma ora, secondo Alemanno, la vera sfida che l’Italia e gli altri paesi del Mediterraneo dovranno affrontare è quella di “farne un luogo di produzione, e non solo di consumo”. Il sindaco ha inoltre evidenziato l’importanza della scelta di Roma come sede dell’evento.
Roma è la città che più di tutte ha legato il suo sviluppo al Mare Nostrum e “non c’è luogo migliore per lavorare all’unità politica, civile ed economica del Mediterraneo”. A chiarire meglio il ruolo che spetterebbe a Roma oggi, è intervenuto il presidente dell’Unione degli Industriali e delle imprese di Roma: “Roma non si propone di diventare la capitale del Mediterraneo, in quanto l’idea stessa di capitale è contraria alla natura eterogenea di tutti i suoi popoli”. Il ruolo che Roma intende svolgere è quello di “piattaforma logistica” e di coordinamento che potrà svolgere grazie al suo sistema di imprese.
Il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola ha invece sottolineato l’importanza del momento storico in cui si è svolto il Forum: un momento in cui si va ridefinendo il ruolo della regione mediterranea. “Fino a pochi anni fa, si diceva che il XXI secolo sarebbe stato l’era del Pacifico”. I Paesi del Mediterraneo erano considerati “in declino, politicamente inquieti”. Oggi il Mediterraneo, ha aggiunto il ministro “non rappresenta più una frontiera tra Nord e Sud del mondo, ma un luogo di incontro, di commercio e di dialogo tra i popoli”. I rapporti dell’Italia con i paesi della sponda sud del Mediterraneo sono “una naturale priorità del governo Berlusconi, anche nella convinzione di un necessario riequilibrio verso sud dell’asse dell’Unione europea”.
Una collaborazione importante, secondo il ministro, dovrebbe interessare il settore dell’energia: “la sfida energetica può essere vinta solo se i paesi della regione mediterranea sapranno valorizzare le loro interdipendenze”, realizzando “un mercato integrato ed interconnesso”. L’Italia, in quest’ambito, dovrebbe svolgere il ruolo di “piattaforma di scambio e di transito dell’energia”, approfittando della posizione che la colloca naturalmente al centro del Mediterraneo. L’obiettivo principale, secondi Scajola è di creare un’area di libero scambio euro mediterranea entro il 2012.
Obiettivo condiviso dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che ritiene l’eliminazione di dazi e barriere commerciali indispensabile per alimentare l’interscambi tra i Paesi della regione. Il Mediterraneo, secondo la Marcegaglia, rappresenta per le piccole e medie imprese italiane un mercato più accessibile rispetto ad altri mercati, in virtù della comunanza culturale che ci unisce ai paesi della sponda sud. La Marcegaglia ha inoltre sottolineato il ruolo importante da sempre svolto da Confindustria nel sostenere e promuovere questa integrazione.
Ed è proprio nella sede romana di Confindustria che si è tenuto il secondo giorno del Forum, dedicato alla presentazione delle opportunità di collaborazione in tre settori di fondamentale importanza: le acque, l’energia e l’hi tech.
Il Forum ha portato alla firma di importanti intese, tra cui un programma per la promozione di investimenti da parte di aziende romane in Turchia, un accordo tra l’Istituto per il commercio estero italiano e il suo omologo tunisino, e un programma promosso dal comune di Roma che si pone l’obiettivo dell’internazionalizzazione delle imprese romane nell’area mediterranea.
Le opportunità di investimento per le imprese italiane nei Paesi del Mediterraneo riguarderanno soprattutto i distretti industriali presenti nell’area: il distretto di Tangeri in Marocco, quello di Gaziantep in Turchia, i poli di Bizert, Sousse, Monastir, Sidi Thabet e Borj Cédria in Tunisia e, soprattutto il distretto di Misurata in Libia, in fase di realizzazione, che rappresenterà, secondo il Vice Ministro per lo Sviluppo economico Adolfo Urso “la porta d’ingresso per gli investimenti italiani nell’area”.