Scajola incassa la fiducia di Berlusconi ma l’inchiesta di Perugia va avanti

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Scajola incassa la fiducia di Berlusconi ma l’inchiesta di Perugia va avanti

Scajola incassa la fiducia di Berlusconi ma l’inchiesta di Perugia va avanti

30 Aprile 2010

Ieri il Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola è andato a Palazzo Grazioli per valutare con il premier Silvio Berlusconi le testimonianze che emergono dalle carte dell’inchiesta della procura di Perugia su appalti e "grandi eventi". Durante l’incontro il presidente del Consiglio, che ha respinto qualsiasi tentazione di dimissioni del ministro, ha tranquillizzato Scajola invitandolo a tenere la testa alta: "Hanno capito – questo il ragionamento del Cavaliere – che non possono attaccare me e allora lo fanno con i miei ministri. Ma tu – gli ha anche detto – non ti devi preoccupare, possono anche tentare di lavorare ai fianchi il governo, ma noi andremo avanti". Insomma, per il Cavaliere è tutto frutto di un "disegno preordinato".

"Non mi lascio intimidire". Così ha reagito Scajola alla notizia, già trapelata nei giorni scorsi, che il suo nome (per ora senza alcun addebito) figura nell’inchiesta perugina. Ma quali sono i fatti al vaglio della magistratura? Secondo i testimoni ascoltati dai pm, il ministro avrebbe ricevuto denaro per l’acquisto di un appartamento a Roma, con vista sul Colosseo. Proviamo a ricostruire sinteticamente quanto sarebbe accaduto secondo l’accusa: nel luglio 2004 l’imprenditore Diego Anemone consegna 900mila euro ad Angelo Zampolini e gli indica l’uso che ne dovrà fare. Zampolini versa la somma in contanti sul suo conto in una filiale della Deutsche Bank di Roma. In banca il denaro viene suddiviso in 80 assegni circolari (gli assegni di un valore superiore ai 12 mila e 500 euro devono essere segnalati al circuito interbancario e alla Guardia di Finanza). Gli assegni vengono intestati a Barbara e Beatrice Papa, le due sorelle proprietarie di un appartamento al Colosseo. A quel punto, il ministro avrebbe versato alle sorelle un’ulteriore somma di 600mila euro. In breve, secondo le accuse, l’imprenditore Anemone avrebbe pagato la casa al ministro per la maggior parte dell’importo. I pm ora, vogliono capire se i fatti sono verosimili, e se questo "favore", potrebbe aver costituito un tornaconto per gli imprenditori.

Ma Scajola si difende. Sostiene che l’unico immobile di proprietà della sua famiglia "è stato acquistato con regolare contratto e pagato, per la quasi totalità dell’importo, con un mutuo ancora in essere e, in minima parte, con bonifico dal mio conto corrente". "La mia coscienza è pulita. Nella vita – ha detto –  possono capitare cose incomprensibili. E questa è addirittura sconvolgente. Colpisce con una violenza senza precedenti il mio privato e la mia famiglia". Immediata la reazione di Antonio di Pietro, leader dell’Italia dei valori, che ha esortato Scajola alle dimissioni. Ma lo stato maggiore del Pdl, insieme a Berlusconi, si stringe attorno al ministro. Dal centrodestra è infatti scattata la replica a quello che il ministro Altero Matteoli ha definito "intramontabile giustizialismo" in base al quale "a un ministro, neppure indagato, si chiedono le dimissioni. Sono certo – ha detto Matteoli unendosi al coro di molti colleghi – che Claudio Scajola avrà modo chiarire i fatti". Dichiarazioni alle quali fanno eco quelle del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti: "Siamo di fronte a qualcosa che non è incardinato né all’interno di una indagine né di un processo, che non è agli atti. Tutto questo clamore mediatico deve essere tutto riscontrato", ha detto il sottosegretario.

Il Partito democratico, dal canto suo, desidera chiarimenti sulle vicende giudiziarie che trapelano dai giornali. La capogruppo al Senato Anna Finocchiaro ha infatti inviato una lettera al presidente del Senato Renato Schifani in cui auspica delle spiegazioni da parte di Scajola a Palazzo Madama. Ma le prese di posizione del centrosinistra non piacciono affatto al vicecapogruppo Pdl, Gaetano Quagliariello, che ha accusato la sinistra di perseverare "nell’uso politico della giustizia".