Scatta “Mare Nostrum”, se l’Italia si prende Frontex

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Scatta “Mare Nostrum”, se l’Italia si prende Frontex

15 Ottobre 2013

di RS

Oggi parte la missione “Mare Nostrum”, voluta dall’Italia per rafforzare le operazioni di monitoraggio dei confini europei nel Mediterraneo, per la ricerca e il salvataggio dei migranti che arrivano sulle nostre coste e per la identificazione degli “illegali” da rimpatriare. La missione italiana anticipa il rafforzamento di Frontex, il sistema di controllo delle frontiere comunitario previsto per la primavera prossima. Ieri il premier Letta ha incontrato il primo ministro finlandese Jyrki Katainen, direttore di Frontex fin dalla sua costituzione, spiegandogli che "il Mediterraneo è il nostro mare e non possiamo tollerare quello che è accaduto a Lampedusa". Il vicepremier Alfano aveva sottolineato un "rafforzamento della cooperazione bilaterale tra Italia e paesi d’origine della immigrazione", in primo luogo con la Libia (domenica scorsa il premier libico Zidan ha incontrato la controparte maltese, l’altro Paese europeo che, insieme all’Italia, gestisce la missione “Hermes” nel Mare di Sicilia, chiedendo ancora una volta collaborazione nella gestione della questione immigrazione). Una inchiesta del settimanale tedesco Spiegel di qualche anno fa descriveva gli uffici di Frontex in modo provocatorio: un piccolo ufficio con pochi operatori in un grattacielo di Varsavia, ben lontano dalle tragedie che avvengono nel Mediterraneo. Nel periodo successivo, i fondi per l’agenzia sono prima aumentati e poi diminuiti. Adesso dovrebbero salire di nuovo. Ma quel riferimento fatto da Letta al "nostro mare", secondo indiscrezioni della stampa estera, potrebbe anche essere inteso come una "candidatura" dell’Italia alla guida della agenzia europea, essendo il nostro Paese più ideoneo dal punto di vista logistico e geopolitico alle operazioni sul campo che Frontex dovrà affrontare nei prossimi mesi.