Scatta nuovo codice appalti: stop gare a ribasso e trasparenza

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Scatta nuovo codice appalti: stop gare a ribasso e trasparenza

15 Aprile 2016

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Matteo Renzi e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, ha approvato in esame definitivo il decreto legislativo che attua le direttive Ue sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori speciali dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonche’ sul riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture. “Il Codice degli appalti rappresenta un ulteriore passo nel tentativo di sbloccare i tanti lavori fermi da troppo tempo in Italia”, ha detto il premier Matteo Renzi in conferenza stampa a palazzo Chigi dopo la riunione del Consiglio dei ministri che ha dato l’ok definitivo al Codice appalti.

Il Codice conferma l’impianto del testo preliminare del 3 marzo scorso e la formulazione in base alla legge delega del 28 gennaio 2016, n. 11, approvata dalle Camere il 14 gennaio 2016, contiene recepimenti dei pareri del Consiglio di Stato, delle Commissioni parlamentari competenti e della Conferenza Unificata. Trattandosi di norma ordinamentale, non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Prevede una disciplina transitoria, nel passaggio dal vecchio al nuovo Codice, per dare certezza di riferimento alle stazioni appaltanti e ai soggetti coinvolti. Il Governo recepisce quindi in un unico decreto, passando dagli oltre 2.000 articoli del vecchio Codice agli attuali poco superiori ai 200, le direttive appalti pubblici e concessioni e riordina la disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture e contratti di concessione, esercitando cosi’ la delega e recependo le direttive europee nei tempi previsti al passo con gli altri paesi europei.

Trasparenza, semplificazione, snellimento, trasparenza; centralità della qualità del progetto, della stazione appaltante e degli operatori e stop alle gare al massimo ribasso; misure a sostegno della legalità con il rafforzamento del ruolo di Anac; superamento della legge Obiettivo nella programmazione delle opere; sono questi i punti di forza del nuovo codice degli appalti. Le linee guida, quale strumento di soft law, contribuiranno ad assicurare la trasparenza, l’omogeneità e la speditezza delle procedure e fornire criteri unitari. Il nuovo sistema è incentrato sulla qualità e consente di eliminare la causa principale del lievitare dei costi delle opere pubbliche, rappresentata da gare su progettazioni preliminari.

Sono previsti tre livelli di progettazione: il nuovo progetto di fattibilità tecnica ed economica, il progetto definitivo ed il progetto esecutivo, che viene posto a base di gara. La nuova forma di progetto di fattibilità rafforza la qualità tecnica ed economica del progetto. La progettazione deve assicurare il soddisfacimento dei fabbisogni della collettività, la qualità architettonica e tecnico-funzionale dell’opera, un limitato consumo del suolo, il rispetto dei vincoli idrogeologici sismici e forestali e l’efficientamento energetico.

 “Il codice degli appalti all’inzio sarà un problema di gestione all’inizio, non ci giriamo intorno. Ma passa da 662 articoli a 217. Adotta il principio di soft law”, ha spiegato Renzi a Bologna per la firma dell’accordo sul Passante di mezzo. “Il nuovo codice degli appalti, semplificando – ha aggiunto – dice che dove ci sono più regole complicate è più facile che si annidino fenomeni corruttivi. Dove c’è semplicità e responsabilità è più difficile la corruzione”.

Secondo il ministro Franceschini “il nuovo Codice dei contratti pubblici approvato oggi dal consiglio dei ministri semplifica enormemente le procedure per le sponsorizzazioni in favore dei patrimonio culturale che ora avverranno a seguito di una nuova e trasparente procedura di segnalazione sui siti web”. “Si compie così un ulteriore passo verso l’incentivazione di un sostegno privato alla tutela e alla valorizzazione del nostro patrimonio, un passo che ora agevola e rende finalmente semplice l’intervento non solo di mecenati e donatori, attraverso l’Art Bonus, ma anche di sponsor che ovviamente opereranno entro limiti e regole che garantiscano il rispetto e la tutela del patrimonio storico artistico della Nazione”.