Schifani, Fini e Napolitano incontrano gli studenti

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Schifani, Fini e Napolitano incontrano gli studenti

06 Giugno 2008

Non una ‘roba’ da museo nè una "prerogativa dei padri e dei nonni" ma la cartina di tornasole della vita di tutti i giorni, il baluardo che garantisce i diritti ed esige il rispetto dei doveri. E’ la Costituzione vecchia di sessant’anni ma ancora "giovane" e "vitale" la protagonista di oggi a Montecitorio dove, con una seduta solenne, la celebrano i presidenti di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani insieme agli studenti di sessanta scuole italiane coinvolte nel progetto "Lezioni di Costituzioni".

Assente, perchè all’apertura del congresso dell’Anm, ma presente con un messaggio che contiene un caldo invito alle riforme il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Parlare di Costituzione, infatti, è oggi inevitabilmente parlare di riforme istituzionali. Sulla loro urgenza e necessità sono tutti d’accordo: governo, maggioranza e opposizione.

Sono le parole di Napolitano ad aprire le danze spiegando che "le riforme sono necessarie a rinnovare e rendere più efficace l’impegno delle istituzioni repubblicane nelle nuove situazioni scaturite dai profondi cambiamenti dell’economia e della società culminati nel processo di globalizzazione". Riforme che – è sottinteso – devono essere attuate con un largo consenso di tutte le forze politiche, in quello "spirito unitario" che caratterizzò la nascita della Carta e che è stato tra le ragioni della lungimiranza delle sue scelte e dei suoi principi. Conoscere quel processo, ha ripetuto il presidente, "è una lezione sempre viva e attuale per i cittadini più giovani". Del resto, pur in una stagione di riforme non più rinviabili si deve riconoscere che "la vitalità" delle norme scritte nella Costituzione è "intatta" e come tale va rispettata.

Sulla stessa linea il presidente della Camera Gianfranco Fini per il quale "la forza dei precetti stabiliti nella prima parte della Costituzione non teme l’usura del tempo e rappresenta uno stimolo costante al Parlamento per varare norme adatte a favorire l’affermazione di una società sempre più libera, aperta e quindi sempre più democratica". Detto questo Fini richiama l’attenzione degli studenti sul fatto che "la Repubblica non deve essere necessariamente ‘simpatica’. In qualche caso, può e deve essere ‘antipatica’, soprattutto quando si tratta di garantire il rispetto dei valori sanciti dalla Carta costituzionale". La crisi e la disaffezione nei confronti della politica entrano di prepotenza nel dibattito dell’aula sulla Costituzione ed è il presidente del Senato Renato Schifani a fare un netto distinguo tra la critica ai politici e il rischio di delegittimare le istituzioni.

"Criticate noi politici – spiega Schifani – ma non ascoltate coloro che da una critica, anche comprensibile, arrivano a delegittimare le istituzioni in cui tutti noi ci troviamo ad operare. E’ una strada pericolosa, che, in altri momenti storici, ha portato a conseguenze disastrose". Ed è sempre Schifani ad ‘aprire’ alle istanze di riforma della Carta perchè "in particolare sull’organizzazione dello Stato e degli altri poteri pubblici" c’è "bisogno di un adeguamento e di un aggiornamento".

D’accordo sulla necessità di una riforma in una logica bipartisan le ministre Maria Stella Gelmini e Giorgia Meloni che richiama i giovani a non perdersi dietro a interessi di parte e personalismi e a non considerare la Costituzione ‘roba da museo’.