Schifani: “Pomigliano non deve chiudere”

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Schifani: “Pomigliano non deve chiudere”

15 Giugno 2010

"Pomigliano è un banco di prova per tutti. Non può e non deve prevalere la logica dei veti incrociati. Non è più il tempo del no e della fuga". Con queste parole il presidente del Senato Renato Schifani è intervenuto sul caso dello stabilimento Fiat, dopo il no della Fiom all’intesa con la Fiat, sostenendo che "per salvare l’occupazione e la dignità del lavoro serve uno sforzo comune ed un sano realismo".

Parlando a un convegno nella sala capitolare della Biblioteca del Senato per la presentazione del rapporto Cisf 2009 sul Costo dei figli, Schifani ha ribadito che "Pomigliano non deve chiudere". In tempi di grave incertezza economica e di precarietà del lavoro "a tutti è richiesto uno sforzo supplementare non solo di fiducia ma soprattutto di coraggio e generosità – ha concluso Schifani – diventa indispensabile una forte e rinnovata alleanza tra imprenditori e lavoratori, tra imprese e famiglie, tra giovani e anziani".

Sulla vicenda di Pomigliano era intervenuto in precedenza anche il segretario della Cisl Bonanni: "La Cisl è pronta a firmare l’accordo perché vuole gli investimenti e perché tutte le regole contrattuali sono salve. L’accordo si può fare perché la maggior parte dei lavoratori è d’accordo e anche l’80% dei sindacati". "Respingiamo il gioco mediatico della Fiom – aggiunge Bonanni – la sua ritrosia a qualsiasi innovazione. La Fiom rilancia i rischi sulla Costituzione ma sono una bugia, alza solo una cortina fumogena per accalappiare i media". Quindi, Bonanni si appella "alla responsabilità della Cgil su questa vicenda. Epifani non si faccia trascinare nel gorgo da chi usa la Costituzione per evitare l’innovazione. L’Italia senza produzione non vive". Secondo Bonanni, la Fiom "tiene in ostaggio l’economia italiana e l’occupazione in un momento in cui abbiamo bisogno di investimenti anche per dare un segnale che in Italia si può investire. L’illegittimità dell’accordo – sottolinea ancora Bonanni – è una scusa per coprire la responsabilità della Fiom che non vuole i cambiamenti".

"Marchionne ci ripensi: non contrapponga lavoro a diritti. Pomigliano non può diventare una fabbrica-caserma. E il ‘piano B’ sarebbe anche una sua sconfitta", ha detto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, in una intervista a Repubblica. Secondo Epifani, "c’è un capitolo del documento della Fiat che apre problemi molto gravi. Riguarda la malattia e lo sciopero. Abbiamo consultato insigni giuristi e ci dicono che, senza chiarimenti e correzioni, quelle clausole appaiono illegittime o addirittura incostituzionali. Mi domando: si può sottoscrivere un accordo con questi profili di illegittimità? Questo è il punto. Conviene alla Fiat che chiede certezze uno scenario di questo tipo?". "Le nostre preoccupazioni – sottolinea Epifani – sono molto fondate: al primo ricorso quel piano non regge". Da parte sua la Cgil, afferma il leader sindacale, "è assolutamente disponibile a trovare soluzioni per un assenteismo che a tratti ha assunto a Pomigliano caratteristiche intollerabili". La possibilità che Marchionne scelga un ‘piano B’ per lo stabilimento campano, prosegue Epifani, "sarebbe anche una sua sconfitta. Gli chiedo di non attuarlo, ma so che il ‘piano B’ è concretamente nelle sue mani".