
Schleinomics, il partito della spesa si rafforza

01 Marzo 2023
La Schleinomics è un’altra incarnazione del partito della spesa pubblica, il più forte partito italiano. Lo schema è quello classico, in auge da anni, e oramai imperante da una parte all’altra dell’Atlantico. Tassa e spendi, economia verde, debito. Nello schema di Elly Schlein, la neosegretaria del Pd, il fisco è il piatto forte. “Chi ha di più deve essere chiamato a contribuire in misura maggiore”. “Il fisco che vogliamo redistribuisce i redditi e la ricchezza e contribuisce a ridurre le diseguaglianze sociali”. Serve un “allineamento della tassa sulle donazioni e successioni al livello degli altri grandi Paesi europei”.
Tutto questo insieme al verde di Stato e inseguendo le minoranze sociali, due caratteristiche tipiche del capitalismo “woke”. Gli investimenti “vanno orientati” verso “una visione che accompagni la conversione ecologica, la trasformazione sociale, la riduzione delle diseguaglianze sociali e di genere”. Interventismo statale in economia, lavoro meno flessibile, redistribuzione della ricchezza sociale. Il tutto sostenuto dalla leva fiscale, colpendo i patrimoni più grandi.
Politicamente, questo segna, non solo in Italia, un ulteriore slittamento verso il già citato partito unico della spesa. Slittamento più marcato in chi sta all’opposizione, più realista quando si va al governo. Dov’è la novità della Schleinomics lo sa solo la sinistra. Innovazione, competitività, mercato e concorrenza sembrano sempre più lontani. Mentre lo spazio per nuove forze politiche di ispirazione riformista e liberale al centro si restringe ancora.