Scienza e religione: il dialogo possibile

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Scienza e religione: il dialogo possibile

13 Ottobre 2007

Il dibattito pubblico corrente tenta di far passare il confronto tra la scienza e la religione sui grandi temi etici e della ricerca come uno scontro frontale tra il bene contro il male, il progresso contro la reazione, il superamento faustiano del limite umano contro la difesa e la tutela a oltranza della dignità della persona. Dal caso Schiavo-Welby alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, dalla clonazione terapeutica alle tecniche di fecondazione assistita. Riducendo, di fatto, la scienza e la religione a una contesa dogmatica perenne in nome della quale per fare scienza non si può che essere atei mentre essere credenti significa rifiutare ogni forma di razionalità, soprattutto quando ha a che fare con la ricerca scientifica.

Ma è davvero così? Davvero non esistono punti di congiunzione tra le scienze naturali e la religione, tanto da far pensare ad una contrapposizione irriducibile? E soprattutto, perché questa contesa ideologica senza fine si mostra in tutta la sua drammatica divisività solo in questa nostra epoca postmoderna?

A tutti questi interrogativi tenterà di dare una risposta l’incontro dal titolo “Religione, scienza e la prova della ragione” che la Fondazione Magna Carta ha organizzato a Norcia per oggi e per domani. L’appuntamento nella città di San Benedetto, scelta non a caso come il luogo simbolico dell’incontro del mondo laico con quello cattolico, è il terzo di una serie nata col proposito di aprire dei tavoli di discussione e di confronto sui temi che più investono e animano il discorso politico e culturale italiano: il rapporto tra religione e spazio pubblico, quello tra laicità e libertà, intesa tutte le sue declinazioni e oggi, appunto per la sua stringente attualità, quello tra religione e scienza. Come ogni anno a dibattere di questi temi vi saranno scienziati e filosofi, storici e teologi, animati da quel ammonimento che appena poco più di mezzo secolo fa Albert Einstein presagiva: “la scienza senza la religione è zoppa e la religione senza la scienza è cieca”.