Scosse su D’Alema

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Scosse su D’Alema

02 Luglio 2009

C’è di tutto e di più nel “Risiko Puglia”. Ci sono inchieste giudiziarie che chiamano in causa uomini del Pd e della (ex) giunta Vendola, appalti in odore di irregolarità, imprenditori coinvolti: il rampante Giampi Tarantini accanto al quale ora spunta il nome di Enrico Intini, vicino alla sinistra. Eppoi una squadra di escort – coach la D’Addario – impegnate nel via vai da un appartamento nel centro di Bari per rendez vous sessuali con politici locali piddini. E c’è la corazzata Potemki di Repubblica-L’Espresso che cerca di “rianimare” quel soufflé confezionato con tanta cura ma che si è afflosciato non appena uscito fuori dal forno. E’ proprio vero che chef non ci si improvvisa e che per fare un ottimo soufflé non basta la ricetta!

Diavolo d’un D’Avanzo, dopo aver puntato sul ciclone D’Addario per smontare la credibilità di Berlusconi (e fare da cassa di risonanza per la stampa estera che ne ha seguito la scia) si ritrova alle prese con le rivelazioni del trans Manila Gorio, amica della “famme fatale” Patrizia, che a La Stampa racconta che la D’Addario aveva organizzato tutto per colpire Berlusconi; una vendetta insomma: “Lo ha fatto perché è furba e già a novembre quando è stata a Roma, pensava di poter sfruttare la situazione. Ma non è stata sua l’idea di denunciare la cosa alla procura”. Passaggio-chiave che avrà fatto sobbalzare sulla sedia il prode D’Avanzo, perché il trans aggiunge che l’amica, prima di dar fuoco alle polveri, ha chiesto direttamente aiuto e consiglio a politici pugliesi. La Gorio “preferisce non rispondere” alla domanda se si tratti di politici di sinistra ma le voci che rimbalzano da Bari confermerebbero la liason e parlerebbero di una conoscenza diretta tra la D’Addario e il vicepresidente della giunta Vendola, Sandro Frisullo, dalemiano di ferro, ora destituito insieme agli altri colleghi dallo stesso governatore pugliese che, sentito puzza di bruciato, ha preferito azzerare tutto per non mettere una pesante ipoteca sulla sua ricandidatura alle regionali, tra un anno. Il nome di Frisullo compare nelle intercettazioni al centro dell’inchiesta-madre su presunte irregolarità nella sanità da cui poi è scaturita quella sulle feste con ragazze a pagamento. L’ormai ex vicepresidente della Regione  non è indagato ma la defenestrazione dalla giunta vendoliana  ha già provocato il dimezzamento del suo ruolo politico, specie dentro il Pd e nella corrente dalemiana.  

Del  coinvolgimento di politici Pd “i mastini” di Largo Fochetti ne parlano la settimana scorsa.  La notizia – ironia della sorte – compare a pagina 13, cioè quella successiva alla mega articolessa dell’infaticabile D’Avanzo che riparte da Noemi per finire alle sue domande alle quali il Cav. non si degna di rispondere. A pagina 13 di Rep,  gli inviati a Bari scrivono della “fase due” dell’inchiesta su sanitopoli e di acquisizioni “che avrebbero finito per coinvolgere anche alcuni politici locali, nomi di spicco della giunta regionale e del Pd. Ma i diretti interessati smentiscono categoricamente”. Ma come? E i nomi dove sono? Basta “smentire categoricamente” per liquidare così la faccenda? Evidentemente sì per quelli di Rep, alla faccia del sacrosanto diritto di informare.

Ma nel “Risiko Puglia” c’è dell’altro. C’è una partita tutta politica che si apre tra inchieste sull’affaire sanità e le feste con politici ed escort. La gioca Vendola che dopo il flop alle europee della sua creatura politica non può permettersi di restare fuori dalla ricandidatura alla Regione; la gioca il sindaco rieletto di Bari Michele Emiliano che è pure leader del Pd pugliese intenzionato a fare un repulisti generale – luogotenenti dalemiani compresi –  per togliersi dall’impiccio di colleghi di rango finiti sotto la lente della procura; la gioca Massimo D’Alema nel suo feudo, ora minato dalle “scosse”: il destino politico del fedelissimo Frisullo è nelle sue mani, come buona parte dei giochi per le regionali 2010. Non a caso da un po’ di giorni circola il nome del super-dalemiano Nicola Latorre come potenziale candidato in pectore. Tutto, sempre che le “scosse” non si trasformino in terremoto. Con buona pace dei “mastini” di Rep.