Scuola, università, ricerca: valorizziamo la formazione
22 Gennaio 2014
La commissione sulla formazione si è svolta alla presenza dei relatori Matteo Smacchi (ricercatore universitario e avvocato internazionale) e Francesco De Clementi (funzionario del CNR). Dopo gli spunti forniti proprio dagli esperti sono emerse numerose tematiche relative al mondo accademico tra le quali: formazione multidisciplinare, mobilità internazionale con relativa difficoltà per gli studenti al rientro in Italia o difficoltà a trovare lavoro; scarsa partecipazione attiva alla vita studentesca e inoltre poca informazione da parte del MIUR sul numero relativo ai laureati in un determinato settore disciplinare.
Numerose critiche sull’Erasmus perché secondo noi studenti il Ministero dovrebbe innanzitutto garantire questo servizio potenziando le borse di studio per studente in modo da permettergli di riuscire a mantenersi senza gravare troppo sulle finanze familiari. Collegata a questa tematica è emersa la testimonianza di alcuni studenti campani che hanno costruito un portale informativo sugli stage da svolgere all’estero.
Slegandoci un po’ dal tema della mobilità e della formazione durante il corso dei lavori il sottosegretario alla difesa Gioacchino Alfano ha lanciato la provocazione chiedendosi se il fare politica per noi giovani studenti debba per forza portare ad una perdita di tempo dedicato allo studio o possa essere vista come una parte della vita che contraddistingue chi la politica ce l’ha nel sangue. E infine ha sottolineato proprio come noi giovani dobbiamo essere protagonisti del mondo e non spettatori, ricalcando quindi l’obiettivo del Nuovo Centrodestra.
Altro problema emerso è di natura culturale che contraddistingue soprattutto gli atenei del Sud, dove l’Università ha un ruolo troppo prioritario a discapito delle professioni che stanno via via svanendo. Questo è legato soprattutto al fatto che mancano le scuole professionali che inseriscono lo studente direttamente nel mondo del lavoro in modo più tecnico e dettagliato. Tra i vari interventi è emerso che in Italia abbiamo bisogno di una Università che badi sempre di più alla pratica e alla concretezza dei casi studiati, dal momento che le mere nozioni teoriche, sebbene importanti e fondamentali, non sono sufficienti a specializzare uno studenti nel settore di appartenenza.
Tra le tematiche di maggior rilievo su cui abbiamo discusso è emerso il problema relativo al numero chiuso presente in alcuni Atenei e dipartimenti. Si è parlato del fatto se questo numero chiuso debba essere inserito al momento dell’ingresso nel mondo accademico o dopo il primo anno di studi, specialmente per i dipartimenti di Medicina; inoltre resta prioritario un massiccio controllo sulle iscrizioni in quei dipartimenti, come Giurisprudenza,dove si verifica ogni anno un proliferare di iscrizioni. Ci rendiamo conto che l’Università abbia molto da migliorare e questo miglioramento passa anche e soprattutto da noi che la viviamo quotidianamente. Il futuro bisogna crearlo, non è servito.
(Relazione della Prima Commissione, "Scuola Università Ricerca: valorizziamo la formazione", realizzata nel corso del Convegno "Osiamo. Il coraggio di essere giovani" che si è svolto a Pesaro il 18 e il 19 Gennaio 2014. La relazione è frutto dei contributi degli autori)