Scuola, Veltroni all’attacco di Berlusconi
22 Ottobre 2008
Ha usato i soliti slogan politici, il leader dell’Opposizione Veltroni, per controbattere al Governo sulla scuola. Nella contro-conferenza avvenuta oggi in seguito all’incontro Berlusconi-Gelmini, il leader della sinistra ha mostrato nuovamente le sue difficoltà nell’affrontare l’argomento.
In seguito alle manifestazioni di piazza, già da stamattina tenevano banco, tra gli esponenti del Pd, le richieste di ritirare il decreto Gelmini. Peccato che alcune delle proteste non fossero né autorizzate né organizzate per dichiarare la propria opposizione al provvedimento del ministro dell’Istruzione. E’ il caso degli universitari, scesi in piazza per protestare contro misure che sono solo state vagamente preannunciate oggi e che comunque nulla a che vedere con il decreto (essendo concentrate sulla scuola).
In tutto questo, Veltroni – messo alle strette dal calo di consensi, esasperato dal tira e molla (e relativa rottura) con Di Pietro – ora chiede tavolo di confronto e collaborazione. E attacca: “Il governo ritiri questo decreto e apra un tavolo con tutti i soggetti che vivono nella scuola, con la sfida di tutti a fare innovazione. Noi siamo disposti a dare il nostro contributo”. Ma il contributo la sinistra l’ha già dato. Lo stesso contributo che ha portato bambini, giovani e adulti ad andare in piazza senza neanche avere ben chiare le ragioni della protesta. Grossomodo quello che succederà il prossimo 25 ottobre, quando centrosinistra e sindacati chiameranno a raccolta la piazza per dichiarare guerra contro le riforme del governo. Cavalcando la tigre dell’antiberlusconismo tirando in ballo temi come la crisi finanziaria o la diminuzione del potere d’acquisto degli italiani.
Per il leader del Pd le parole di Berlusconi sulla scuola "sono molto gravi e cariche di conseguenze", mentre un presidente del Consiglio anziché "soffiare sul fuoco" dovrebbe "sforzarsi di garantire l’unità del Paese. Invece dice bugie sui tagli alla scuola. Il governo procede in parlamento a colpi di fiducia, stigmatizza le manifestazioni dell’opposizione e, adesso, annuncia l’uso della polizia contro gli studenti che protestano (parole che il premier, nei termini in cui vengono riportate da WV, non ha mai pronunciato, ndr). Mi viene da chiedermi – continua Veltroni – se sia ancora possibile dissentire in questo paese. È possibile organizzare manifestazioni o no? Scrivere sui giornali cose sgradite al governo si può o no? Se la risposta è no, allora i problemi cominciano a diventare molto seri perché in tutte le democrazie esiste la possibilità di dissentire senza intervenga la polizia”. E ancora: “Mi auguro che le persone che fanno parte di questo movimento di protesta – ha continuato Veltroni – abbiano il senso di responsabilità di ignorare le parole pronunciate dal presidente del Consiglio e proseguire nella loro pacifica protesta”.
Durante la conferenza stampa, Veltroni ha affermato che il vero obiettivo del governo non è quello di fare una riforma ma di rispondere “all’esigenza di applicare dei tagli ai fondi della scuola e dell’università”. Ha poi proposto di ritirare il decreto Gelmini, di aprire un tavolo con tutti i soggetti interessati e di impegnarsi a reinvestire i risparmi nella scuola.
E giù con la morale. “La scuola – ha detto – non può cambiare ad ogni cambio di ministro, sennò i ragazzi diventano matti. La scuola è un terreno tipico su cui ci dovrebbe essere una politica nazionale e collaborazione”.