Se al Giornale perdono la testa (per Travaglio)

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Se al Giornale perdono la testa (per Travaglio)

30 Novembre 2013

di Ronin

E’ ormai da qualche giorno che il Direttore del Giornale martella alcuni esponenti di primo piano del Nuovo Centrodestra scrivendo che non devono sperare di “aver attenuato i loro guai giudiziari”, visto che “di guai giudiziari se ne intendono”. Ma quando mai!, reagirete sbigottiti ricordando il garantismo per cui si è sempre contraddistinta quella testata giornalistica e chi la dirige. Eppure è così.

Qualcuno per smentirci ricorderà allora l’editoriale (26 luglio 2012) nel quale Sallusti difendeva un Governatore del Pdl – ora in Ncd – perché aveva “tirato fuori gli attributi e risposto con un secco ‘ma vaffa’ a pm e giornalisti che da mesi lo tengono sotto schiaffo”, con una inchiesta che, “per la sua inconsistenza, è riuscita a spaccare la Procura di Milano”. E si leggevano titoli contro “l’offensiva delle toghe” ai danni del suddetto governatore della Regione meglio amministrata d’Italia: “Se la Lombardia è corrotta, allora viva la corruzione” (16 giugno 2012).

Né dimentichiamo gli atti di solidarietà rivolti a chi è stato “messo in mezzo” dai pentiti e contro i “gip che si accaniscono con nuove indagini per mafia”. O la soddisfazione che prese tutta la redazione quando Marco Travaglio, condannato per diffamazione dopo una delle sue incursioni a "Che Tempo che fa", veniva dipinto come “il martire che vende bufale” (13 maggio 2008). Altri tempi. Oggi, a quanto pare, si comincia a distinguere tra magistrati buoni e cattivi.

E allora, uno sarà anche libero di considerare i vecchi amici alla stregua di “traditori” dopo che hanno compiuto scelte politiche diverse andando per la loro strada. Ma non si può accusarli di “illudersi d’averla fatta franca”, riducendoli a corruttori o mafiosi solo perché hanno iniziato a pensarla diversamente da te. Invece di scivolare in souplesse sulle libere scelte fatte dai “cugini”, come ha fatto con garbo il Cavaliere forse nel giorno più difficile della sua vita, si rischia di costruire artatamente mostri che però non sono affatto i (veri) nemici di Berlusconi.