Se anche il prete dice che Gesù non è nato a Natale, allora la Fede si trasforma in una favola della buonanotte
07 Dicembre 2020
“State sereni: Gesù non è nato a mezzanotte e il 25 dicembre non è il suo compleanno. Per quel che ne sappiamo potrebbe essere nato anche a luglio, di mattina”. Queste le parole pronunciate durante l’omelia di domenica scorsa da padre Ottavio De Bertolis, parroco gesuita della chiesa del Gesù, a Roma. Parole immediatamente rilanciate dai giornali filo-governativi (su tutti il Fatto quotidiano) per suffragare le scelte del Governo in vista delle festività natalizie adottate nell’ultimo Dpcm. Per il gesuita il 25 dicembre è solo “una festa pagana che i cristiani hanno applicato a Gesù”.
E allora diciamolo chiaramente: rinunciamo definitivamente alla fiducia nella nascita del Salvatore del Mondo in una grotta di Betlemme, arrendiamoci alla idea che Natale sia una farsa e non pensiamoci più. Perchè questa ammissione sul 25 dicembre ridotto a convenzione non arriva da un ateo convinto, o da uno storico accanito, ma da un uomo di Fede, da un sacerdote che peraltro sembra esprimere non un pensiero indipendente, ma in fondo il sentiment della Chiesa stessa bergogliana.
Ma la (presunta) razionalità elevate a Fede, la Bibbia letta con gli occhi sterili dello scienziato, è un approccio che non solo cancella il valore profetico del messaggio, ma non rende neppure un buon servizio al valore oggettivo del Libro.
Gesù non è nato il 25 dicembre? Forse… Ma il bisogno di umanizzare la Salvezza, di renderla più vicina alla gente ha portato a cristallizzare nella tradizione una convenzione che aiuta a sentire davvero Dio come un compagno di viaggio, come un bambino appunto nato in una grotta. Cancellando la convenzione si rischia di gettare via tutto. La forma e la sostanza. Perchè la critica a tutti i Misteri della Fede in fondo è a un passo. Se Gesù non è nato a Natale allora perché credere nella Eucarestia? Perchè credere nella Confessione? O nella verginità di Maria? Perchè? La Storia, la scienza mica provano queste Verità. E allora che si fa? Le si cancella? Si distruggono tutte le icone di Gesù Bambino in nome della solita retorica che Egli non era biondo e di carnagione chiara?
Ma in questo modo il Dubbio dei fedeli diventa l’unica verità, e la Verità, cancellata dal relativismo tanto criticato giustamente da Ratzinger, non esiste più. La Fede non è più una via per la Salvezza, ma una semplice favola della buonanotte. E la Speranza una pia illusione. Resta solamente un generico approccio panteistico, dove tutto vale e nulla vale. Senza forma appunto. Informe, grigio come il futuro che questo pensiero tratteggia. Il Faro, la Luce del Mondo ridotto a una bajour decorativa.
E tutto questo in nome di cosa? In nome di un sostegno a un Dpcm. A un decreto di un governo che durerà due, tre, cinque anni. Duemila anni di storia inginocchiati di fronte all’attimo, inginocchiati davanti al Terrore che Dio stesso non possa essere più forte di un virus.