Se Casa Pound ha un’agenda ci metta dentro la lotta all’antisemitismo
24 Gennaio 2013
di Ronin
Si descrivono come i fascisti del terzo millennio, prendono le distanze da Forza Nuova e dalle tradizionali formazioni dell’estrema destra, ai loro incontri ospitano romanzieri raffinati, giornalisti a la page o suffragette liberal, per fare il punto (ancora…) sugli anni bui della storia italiana e i nuovi diritti. Affermano che il loro movimento vuole superare i vecchi schemi destra-sinistra e questa "qualità" gli è stata riconosciuta nientemeno che dal capataz dell’antipolitica, Beppe Grillo.
Sono i giovani di Casa Pound, il movimento nato a Roma dalla battaglia per il mutuo sociale, fieri di aver collaborato con la Protezione Civile dopo il disastroso terremoto dell’Aquila e convinti di aver coltivato negli anni quello che qualcuno definisce un fascismo "pop". Da movimento hanno saputo farsi partito politico, presentandosi con alcuni candidati alle prossime elezioni e avendo già corso alle ultime amministrative.
Si fanno vanto di aver aperto alle tematiche "gay-friendly", di militare con stranieri e persone di colore, rispediscono al mittente qualsiasi accusa di razzismo spiegando che i "poundisti" che sbagliano escono dalla porta. Ma in questo muro di correttezza politica s’intravedono le prime crepe. I verbali dei Ros di Napoli rischiano di buttare a mare anni di restyling ideologico e di far rientrare dalla finestra l’animo di sempre.
Non è tanto il gusto di menare le mani, condiviso con altri giovani di fede opposta che amano trascorrere parte del loro tempo dandosele di santa ragione, rossi e neri, mazze e spranghe, testosterone a mille (contenti loro). No, la questione è l’antisemitismo. "Quella studentessa ebrea mi ‘stizza’," filtrano alcuni stralci delle indagini, le parole di uno degli indagati, "Io a questa qua la devo vattere, o la picchio o la stupro e le faccio uscire il sangue dal culo". Non sembrano proprio i versi dei Cantos. Come le intercettazioni in cui altri bei tomi sognavano raid contro i negozi ebraici, oppure il Mein Kampf usato per uno squallido indottrinamento. Cos’è, spirito goliardico?
Per cui aivoglia Emmanuela Florino, figlia d’arte e candidata ella stessa alle politiche, a citare Alda Merini (sic), a ricordare il fiorire "dell’arte e della onestà" durante il fascismo, al costruire un futuro diverso da quello delle grandi banche. La "ducessa" è finita ai domiciliari insieme agli altri.
Insomma, se davvero i dirigenti di Casa Pound Italia vogliono smarcarsi dalle accuse che li riguardano, dimostrando di aver fatto i conti con la coscienza storica e di evolvere come stanno facendo altre formazioni di destra radicale in Nord Europa, oltre l’antisemitismo, invece di buttarla in politica ("giustizia ad orologeria") facciano una bella cosa. Sottoscrivano che nell’agenda Pound per il governo del Paese l’Olocausto non viene considerato un’invenzione ma una tragica realtà, che l’antisemitismo e l’odio razziale sono pericoli sempre in agguato e che dentro il movimento non c’è spazio per i "guaglioni" fermati dalle forze dell’ordine.
Nei salotti occupati della Roma, dicono, popolare, qualcuno a un comunicato stampa del genere dovrebbe pensarci. E la prossima volta magari controllare un po’ meglio i nomi inseriti nelle liste elettorali.