Se gli OGM sono gestiti dai giudici siamo proprio in un grande paese
03 Febbraio 2010
Nel nostro paese, da sempre, l’incultura e l’illogicità si coniugano a lotte furibonde basate sul niente o, peggio, su questioni che viste dall’esterno sarebbero farsesche se non contenessero elementi seri di drammaticità.
Un esempio eclatante è sotto i nostri occhi: il 19 gennaio scorso il Consiglio di Stato ha decretato che, entro 90 giorni, il Ministero delle Politiche Agricole dovrà autorizzare l’avvio della coltivazione di OGM come richiesto dal VicePresidente di Futuragra e 400 suoi colleghi, il tutto anche in assenza di norme specifiche da parte delle Regioni.
La storia inizia nel 2006 quando questi signori mettono in mora l’Italia perché vieta di seminare mais OGM regolarmente iscritto nel catalogo europeo e, quindi, permesso dalla normativa comunitaria. Ma ecco che comincia il consueto italico balletto: i giudici del TAR danno torto ai ricorrenti perché il Ministero delle Politiche Agricole ha emesso una circolare (l’Italia è inondata di circolari chiarificatrici che dovrebbero risolvere i problemi ma invece appesantiscono il contenzioso) nella quale è indicato che l’autorizzazione agli OGM deve essere successiva al varo delle norme che le regioni devono emettere per assicurare la coesistenza tra varietà geneticamente modificate, tradizionali e biologiche.
Il Consiglio di Stato stabilisce invece che le regioni non possono intervenire sulle questioni di autorizzazione che pertengono solo allo Stato e che l’assenza dei piani regionali di coesistenza non può bloccare l’autorizzazione alla coltivazione di sementi OGM; di più, una volta che sono state certificati i requisiti di sicurezza, una semente iscritta nel catalogo europeo è validata in tutti gli Stati dell’Unione. Da qui il termine prescritto per il Ministero delle Politiche Agricole.
A questo punto ecco scatenarsi la bagarre strapaesana: da una parte gli agricoltori interessati esultano perché finalmente anche il nostro paese ha raggiunto una maturità tecnologica e di innovazione nel settore, dall’altra politici e ambientalisti si scatenano affermando che così si rischia di attentare alla salute pubblica. Peraltro, anche all’interno delle categorie degli agricoltori i pareri sono discordanti tanto che alcuni paventano, se si dovesse arrivare alla concessione del permesso di semina delle specie OGM, persino indire un referendum “per difendere il sacrosanto diritto dei cittadini e degli agricoltori di mantenere i propri terreni liberi dagli organismi geneticamente modificati”. Su questa stessa linea è il Ministro Zaia, ma la sua posizione, rispettabilissima come ogni altra, potrebbe essere leggermente condizionata dalle prossime elezioni amministrative e dalla sua candidatura alla Presidenza della Regione Veneto.
Il problema è a monte e non risolto, come molti altri dei quali dobbiamo ringraziare gli ambientalisti nostrani sempre pronti a saltare su ogni cavallo che passa pur di avere una ribalta. Questo con buona pace del principio di precauzione che, se fosse stato seguito nella storia dell’uomo con la pignoleria che taluni suggeriscono, ci vedrebbe oggi poco più avanti dell’età del bronzo con tanti saluti, per esempio, a quei due pazzi incoscienti di Pasteur e Fleming che, notoriamente, tanto male hanno fatto al genere umano non curandosi del principio di precauzione.
La questione è che molti, in troppi, parlano con poca cognizione dei fatti e non si arriva mai a trovare un punto di confronto e di eventuale mediazione.
Eminenti scienziati affermano che gli OGM non solo non sono pericolosi ma addirittura sono coltivati con metodi meno inquinanti delle coltivazioni tradizionali. Gli oppositori, non tutti necessariamente esperti in biologia o materie affini, sollevano infernali canizze speculando, come al solito, sulle paure del grande pubblico oppure ammantandosi della tunica dei salvatori della biodiversità minacciata dagli OGM.
Nella realtà dei fatti basterebbe organizzare un serio confronto, animato se necessario, tra le diverse posizioni ma aperto e trasparente per arrivare a conclusioni certe e, soprattutto, comprensibili dal grande pubblico. Il tutto possibilmente non condizionato dai politici più attenti agli umori spiccioli dei loro bacini elettorali che alla individuazione di verità certe, come dimostra inequivocabilmente la farsa nella quale si sta avvolgendo sempre più il mitico IPCC e le sue previsioni sul clima e le incerte posizioni dei politici di tutto il mondo.
Il divertente della storia è che sugli OGM si sta ripetendo l’insulsa situazione che si verifica per le centrali nucleari che taluni non vogliono da noi, perché pericolose, ma che attorniano l’Italia e che non presentano gli stessi rischi paventati visto che è noto che le eventuali radiazioni che dovessero sfuggire si arrestano d’ufficio alla frontiera dei paesi denuclearizzati.
Ultimo colpo di genio poi, è bene che questo i cittadini lo sappiano, il nostro paese ha vietato e vorrebbe vietare ogni coltura OGM ma, per esempio, importa da paesi produttori il 90% della soia destinata alla filiera zootecnica.
Qui sorge una domanda rivolta agli oppositori e salutisti ad oltranza: semplicemente ignorano questa informazione o hanno la certezza scientifica che il bestiame neutralizza ogni “eventuale” problema che gli OGM potrebbero creare alla salute umana? Una risposta sarebbe benvenuta ma per il momento non se ne vede traccia.
Analogamente mais, soia e colza transgenici sono regolarmente importati e li consumiamo tutti a tavola senza problemi: qualcuno spieghi ai cittadini perché in questo caso il pericolo paventato di colpo scompare.
C’è da chiedersi, cui prodest la situazione attuale? Ecco una buona occasione per la quale, passate le elezioni, il Governo dovrebbe intervenire rendendosi garante di un incontro tra esperti delle opposte fazioni per arrivare ad una risposta, se possibile definitiva, nell’interesse dei cittadini strattonati da più parti.
Io ho una speranza: e se come effetto secondario e non previsto gli OGM che tutti assimiliamo, anche senza saperlo, facessero sviluppare un po’ di materia grigia e di serietà in molte teste che oggi ne sono drammaticamente sprovviste?