Se i R.E.M. vanno in pensione I’m losing my religion
25 Settembre 2011
Non è sicuramente “the end of the world as we know it“ ma lo scioglimento dei R.E.M. è un crack nel mondo della musica. Dopo 31 anni lascia una delle band più prolifiche e ispirate di sempre. Decisione a quanto pare irrevocabile ma senz’altro coraggiosa, lasciare al top non è facile. Gli auguriamo un buon sonno ristoratore, nella speranza che la fase R.E.M. prima o poi si interrompa e si torni a cantare sulle loro note.
Vogliamo rendere omaggio a loro ricordandone i successi e, ciò che più conta, la musica. In fondo, oltre al trucco del frontman c’è dell’ottima, fantastica, musica.
Michael Stipe, Peter Buck, Mike (Michael Edward) Mills e Bill (William Thomas) Berry. Quattro nomi che fino al 1997 hanno fatto la storia della storia della musica. Da allora in avanti Berry lascia il gruppo, colpito dal 1995 da un aneurisma cerebrale. La formazione del gruppo parte da Mike e Bill, che si diplomarono nella stessa scuola a Mason in Georgia e formano una sezione ritmica. L’inizio era fatto da garage e ricevimenti di matrimoni. Solo nel 1979 arriveranno Michael e Peter, ma ci vorrà ancora un altro anno perché la band prenda ufficialmente vita. Come spesso accade il nome viene scelto un po’ a casoo, nella migliore delle ipotesi, perché “suonava bene”, R.E.M. nasce così ed è l’acronimo di rapid eye movement, la fase del sonno in cui si sogna.
Per il successivo anno si susseguono molte esibizioni nel sud degli Usa. Nell’estate ‘81, arriva il primo singolo discografico, “Radio Free Europe”. A stretto giro di posta è il turno del primo EP, “Chronic Town”, registrato nell’ottobre del ’81 che gli permette di firmare un contratto con la I.R.S., casa discografica che li accompagna fino al 1987. Nel 1983 arriva “Murmur”, successo poco commerciale (vendette solo 200mila copie) ma di critica fu scelto dalla rivista Rolling Stone come migliore album dell’anno, davanti a Thriller di Michael Jackson. Ad anticipare il secondo disco la presenza al “Late Night with David Letterman” in cui viene eseguita una canzone senza titolo poi inserita nell’album – con il nome di “So. Central Rain (I’m Sorry)” – “Reckoning”, del 1984.
Il terzo album, “Fables of the Reconstruction” del 1985, mostra una netta discontinuità con il passato, soprattutto nei testi che Stipe racconta di aver ispirato "all’idea degli anziani seduti intorno al fuoco, tramandando favole e leggende ai nipotini". Per il loro quarto album, “Lifes Rich Pageant” del 1986, si cambia produttore e i risultati arrivano. È il primo disco a sfondare le 500mila copie vendute e raggiunge la numero 21 nella classifica “Billboard” cavalcando l’onda la I.R.S. fa pubblicare “Dead Letter Office”, una compilation di canzoni registrate dalla band durante le sessioni di registrazione degli altri dischi più alcuni inediti. Nuovo anno e nuovo album, è il turno di “Document”, da ricordare perché contenente “The One I Love”, primo singolo ad entrare nella Top Ten Usa. Ad esso segue “Green” nel 1988.
Cambiata etichetta e passati 3 anni (siamo già nel 1991) esce “il” disco dei R.E.M., almeno a livello commerciale. Esce “Out of Time”al cui interno è contenuto il manifesto di inizio anni ’90 (insieme a “Smells like teen spirit” dei Nirvana) “Losing My Religion” che va al primo posto di tutte le classifiche del mondo e vende 15 milioni di copie. Seguirà “The Best of R.E.M.”, raccolta dei maggiori successi fino al 1987. Il gruppo, malgrado il successo finalmente raggiunto, non riesce a stare troppo lontano dalle sale d’incisione e nel 1992 esce “Automatic for the People”, un altro successo da 18 milioni di copie vendute. Ancora due anni e arriva ”Monster”, lavoro dedicato a River Phoenix, il giovane attore amico di Stipe morto di overdose da poco e a Kurt Cobain, che viene omaggiato con la traccia “Let Me In”.
Nel 1996 i R.E.M. rinnovano il contratto con la Warner Bros. per 80 milioni di dollari e in autunno esce “New Adventures in Hi-Fi”, che vede la partecipazione di Patti Smith (da sempre musa ispiratrice di Stipe) in “E-Bow the Letter”. È l’ultimo giro di valzer per Bill Berry, che lascerà la band nell’ottobre del 1997 a seguito dell’aneurisma cerebrale. Altri 12 mesi e arriva “Up”. Dopo l’abbandono di Berry alla batteria si alternano Barrett Martin e Joey Waronker, collaboratore di Beck. Waronker, inoltre, accompagna la band nel tour che segue l’uscita del disco. Fino al 2001 silenzio, poi è il turno di “Reveal” per cui viene confermato Waronker. Nell’ottobre del 2003 esce poi la raccolta “In Time: The Best of R.E.M. 1988-2003” e si cambia ancora batterista: arriva Bill Rieflin che verrà confermato anche per le registrazioni successive.
Nel 2004 esce Around the Sun e nel 2006, ad aprile, ad un concerto dei Minus 5 ad Athens (Georgia), Michael Stipe, Mike Mills e Bill Berry raggiungono sul palco il gruppo ed eseguono il “Country Feedback”. Pochi mesi dopo l’intera band in versione originale viene introdotta nella Music Hall of Fame di Atlanta. Arriva quindi “And I Feel Fine: The Best of the I.R.S. Years 1982-1987”, una raccolta delle migliori canzoni del periodo I.R.S.
Nel 2007, a marzo, vengono introdotti anche nella Rock and Roll Hall of Fame all time, dove suonano poche canzoni accompagnati da Bill Berry, tra cui “I Wanna Be Your Dog”, cover di un brano di Iggy Pop eseguita insieme a Patti Smith e Man On the Moon eseguita con Eddie Vedder, cantante dei “Pearl Jam”. Incredibilmente, dopo un attesa di 4 anni solari giunge “Accelerate”, anticipato dal singolo “Supernatural Superserious”. È il preludio ha quello che è e probabilmente sarà l’ultimo album della band, “Collapse into Now”, che vede ancora ospiti Patti Smith e Eddie Vedder.
Sembra una cavalcata infinita ma non è tutto. Oltre ai 26 album in studio i R.E.M. hanno pubblicato 58 singoli e 9 film dei concerti, senza considerare le infinite collaborazioni e le iniziative benefiche e contro la guerra cui hanno prestato faccia e voce nell’arco degli anni. Abbiamo lasciato volutamente fuori dal lungo elenco voci di corridoio, gossip , merchandising e tutto quello che possa distrarre dal cuore dei R.E.M., ovvero le 7 note.
A loro piace così e a noi, che da oggi li ascolteremo solo “al passato”, pure. Rock ‘n’roll.