Se i renziani distruggono anche il mito dell’Unità
10 Aprile 2017
Diffide, minacce di querela, accuse incrociate. Stasera puntata di Report esplosiva dopo che sulla stampa sono emerse anticipazioni roventi che tirano in ballo l’Unità, l’imprenditore Pessina, chiamato, da ultimo, al capezzale della testata organo del Pd, e addirittura l’ENI, il colosso energetico italiano. Una gola profonda avrebbe raccontato a Report che in cambio del salvataggio dell’Unità, il gruppo Pessina avrebbe ottenuto delle commesse in Kazakistan sotto ombrello ENI. Falsità, attacca ENI, che smentisce, mentre insorgono i renziani come Michele Anzaldi evocando la diffamazione, dopo che ieri l’ex premier Matteo, prendendosela con i grillini, ha ricicciato la storiella delle “fake news”.
Vedremo se il servizio di Report si rivelerà una bufala, nel frattempo ci limitiamo a un paio di osservazioni. La prima, non è una novità che imprenditori come Pessina abbiano lavorato con la sinistra di governo, da Sesto a Bologna a La Spezia, da Penati a Burlando. Non è neanche una novità che l’Unità, dagli anni Novanta, e dopo aver galleggiato grazie a decine e decine di milioni di euro di contributi statali – nel 2015 ricordiamo l’ultimo, ingente, afflusso di capitale pubblico per la “seconda rinascita” della testata – quando i finanziamenti sono finiti ha continuato a perdere lettori su lettori, senza che a qualcuno venisse in mente che in un sistema della comunicazione ormai rivoluzionato dai nuovi media e dalla ‘disintermediazione’ tra politica, stampa e opinione pubblica, i giornali di partito o vengono ripensati da zero o sono al capolinea.
Ecco, se questo era lo scenario quando a salvare il salvabile arriva la Pessina Costruzioni, che, pare, all’epoca navigava anch’essa non proprio in ottime acque, ecco, viene da chiedersi come mai un imprenditore, cioè una persona che almeno in teoria deve guardare nell’ottica dei profitti quando fa un investimento, come mai, sapendo che si stava imbarcando in una missione impossibile quale il salvataggio, l’ennesimo, del giornale, con una redazione sul piede di guerra, come mai lo abbia fatto senza pensarci due volte. Può essere, come ha spiegato l’ormai ex direttore del giornale, Staino, che lavorando tanto all’estero il gruppo Pessina guardasse al governo Renzi come “un elemento di facilitazione”, “non c’è nulla di male”, aggiunge l’ex direttore. Per carità, niente di male.
A proposito, ai giornalisti di Report, sempre secondo le anticipazioni filtrate sulla stampa, risulterebbe che la Pessina Costruzioni KZ, che lavora in Kazakistan per il consorzio Kpo dentro il quale c’è anche ENI, è stata costituita come società nello stesso giorno in cui l’imprenditore entrava con le sue quote nel giornale che fu di Antonio Gramsci. Un’altra fake news, come le chiama Renzi?