Se il 25 aprile diventa la festa dell’antisemitismo

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Se il 25 aprile diventa la festa dell’antisemitismo

24 Aprile 2007

L’anno scorso i no global bruciarono le bandiere della Brigata ebraica a Milano sommergendo di fischi il sindaco Letizia Moratti che li aveva voluti in piazza per le manifestazioni del 25 aprile. Quest’anno c’è il rischio che lo stesso episodio si ripeta a Roma visto che la comunità ebraica locale è decisa a sfilare con le stesse bandiere con la stella di Davide a Porta San Paolo nell’anniversario della liberazione dei nazifascisti. Insomma, a Roma ci sarà il pericolo di un 25 aprile a rischio di episodi di intolleranza e di anti semitismo con il marchio della sinistra radicale.

Il momento di tensione a Milano nel 2006 scoppiò quando il gruppo dell’Associazione Amici di Israele (e quello della comunità ebraica locale) sfilò vicino a un gruppo di autonomi. A quel punto iniziarono i fischi  contro lo striscione con la stella di David . Mentre sul lato destro di piazza Oberdan gli autonomi fischiavano e urlavano “Palestina libera Palestina rossa”  e “Israele terrorista”, il lato sinistro, composto da gente comune, ha iniziato ad applaudire forte, come per protestare contro i provocatori. All’epoca c’era ancora in carica quello che oggi è l’ex ambasciatore d’Israele in Italia Ehud Gol, che a caldo pronunziò queste parole: “Da ebreo e israeliano, ieri, mi sono colmato di vergogna e di rabbia alla vista del barbaro comportamento dei ‘fascisti’ della sinistra estremista che hanno profanato la sacralità della festa della liberazione del 25 aprile, assieme alla memoria dei caduti della Brigata Ebraica in Italia, dando alle fiamme le bandiere dello Stato d’Israele nel corso del corteo di Milano”.

Nell’occasione persino Fausto Bertinotti fu costretto a prendere le distanze dai suoi aficionados dei centri sociali, affermando che  “è una incompatibilità esistenziale quella tra il 25 aprile, la nostra presenza e bruciare le bandiere. “

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Parlò anche l’allora presidente dell’Unione delle comunità ebraiche Cesare Morpurgo sostenendo che “gesti come quelli di Milano nascondono rigurgiti antiebraici” e che “è fondamentale che la nuova legislatura si apra con il sostegno al diritto all’esistenza e alla sicurezza di Israele minacciato dall’Iran e l’isolamento delle forze che contestano questo diritto ricorrendo all’antisionismo”.

E oggi? La rabbia preventiva della comunità ebraica romana la interpreta il fotografo Adriano Mordenti, che si esprime così:

“Si devono mettere in testa, qualcuno glielo deve dire o meglio insegnarglielo a scuola nell’ora di storia, che quelli che sfilano il 25 aprile con le bandiere di hezbollah e con la faccia di Arafat è come se marciassero dietro i vessilli del Terzo Reich, mentre noi a Porta San Paolo con l’associazione nazionale dei partigiani andremo con orgoglio a mostrare la bandiera della Brigata ebraica e quella dello stato d’Israele”. Adriano Mordenti, uno dei tanti grandi e saggi vecchi della comunità ebraica romana paventa che quest’anno si ripetano a Roma i tafferugli anti semiti che infangarono lo scorso anno la città di Milano.

Ma non per questo gli ebrei di Roma faranno un singolo passo indietro. Anzi nel pomeriggio del 25 aprile ci sarà anche una manifestazione di solidarietà a piazza Venezia con i tre soldati israeliani rapiti in territorio israeliano al confine con  Gaza (Gilat Shalit) e con il Libano (Ehud Goldwasser e Eldad Regev). Se Veltroni si farà prendere alla sprovvista, l’ordine pubblico rischia di andare a farsi benedire.