Se il bon ton parlamentare non vale per i gay

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Se il bon ton parlamentare non vale per i gay

11 Febbraio 2016

Ieri il senatore Carlo Giovanardi ha denunciato l’atteggiamento scorretto tenuto nell’aula del Senato dal signor Andrea Maccarrone, che si è presentato in Parlamento "per dileggiare il Senato e i senatori" come scrive Giovanardi alludendo a un messaggio postato su Facebook dallo stesso Maccarone. Nell’articolo di seguito, Giovanardi ricostruisce com’è andata la vicenda.

 

***

 

Giovedì mattina mentre era in corso in Aula al senato il dibattito  sulle Unioni civili, ho salutato con un cenno della mano  il mio amico Pino Morandini, per 20 anni consigliere regionale del Trentino Alto Adige, che seguiva dalla Tribuna riservata al pubblico i lavori del Senato.

 

Il  suo cenno di risposta  con la mano è stato immediatamente richiamato da un commesso perchè l’art. 71 del regolamento per il pubblico tassativamente prevede che:"Le persone ammesse alle tribune devono stare a capo scoperto e in silenzio, astenendosi da qualsiasi segno  di approvazione  o disapprovazione", mentre addirittura  l’art. 72 prevede che "in caso di oltraggio al Senato o ad alcuno dei suoi membri nell’esercizio delle sue funzioni il presidente  può ordinare l’arresto immediato del colpevole e la sua traduzione davanti alle autorità competente".

 

Nella tribuna accanto siedevano un gruppo di persone  fra cui un uomo giovane che tutte le volte che guardavo in quella direzione faceva  ammiccamenti  inequivocabili  nei miei confronti, giocherellava ostentatamente  con una vistosa collana strofinandosela sulla guancia ed infine, all’arrivo di un altro signore, si alzava in piedi  per baciarlo. Giustamente il commesso, che solo in quel momento si è accorto  del comportamento inadeguato dell’ospite è immediatamente intervenuto per impedire un bacio così evidentemente ostentato.

 

Nel mio successivo intervento ho detto "sono lieto che in tribuna vi siano anche esponenti del mondo LGBT, un po’ meno quando provocano e quando tentano di baciarsi fra di loro (vale per gli uomini ma varrebbe anche tra uomo e donna) perché credo…", e poi, davanti alle proteste dei senatori del PD, ho ribadito: "Presidente, ho detto che sono lieto che ci siano e seguano i nostri lavori, ma quando l’assistente parlamentare deve intervenire perché provocatoriamente si baciano per provocare i senatori, fa bene ad intervenire, perché occorre un decoro in quest’Aula!". E alle ulteriori proteste di alcuni senatori del PD ho ancora sottolineato: "Se loro sono d’accordo che due uomini vengano in tribuna a baciarsi per provocare il Senato, io dico che non è decoroso! È accaduto e ringrazio l’assistente parlamentare che è intervenuto. E credo che gli italiani che mi ascoltano capiscano che cosa voglio dire".

 

In un intervento successivo al mio il senatore Verducci del PD, richiamando l’accaduto, se ne usciva con  questa affermazione  che dimostra fino a che punto  è arrivato  la tracotanza e l’arroganza  di chi pensa  che alle coppie gay  sia tutto consentito: "Il collega Giovanardi prima, appellandosi al Regolamento, richiamava il divieto dei baci tra coloro che assistono. Io non so se il Regolamento vieti i baci, ma se così fosse, spero che chi assiste si tenga per mano, perché questo è davvero un provvedimento che permette a pieno titolo e a pieno diritto, a chi oggi non lo può fare, di rompere il muro che gli impedisce di essere riconosciuto; il tenersi per mano, lo stare insieme pienamente. E allora li ringrazio per essere qui".

 

Accenno soltanto, come da sempre democristiano convinto, un tema che affronterò per esteso in un prossimo articolo e cioè la tragicità e la crudeltà del destino di un numero enorme di omosessuali nelle prigioni e nei lager sovietici  sino al 1993, anno in cui è stata abrogata  la prima parte dell’art. 121  che puniva in quel paese l’omosessualità volontaria, e specularmente l’altrettanto terribile  ma schizofrenica situazione degli omosessuali nella Germania nazista dove però non soltanto le SA di Ernst Röhm, ma anche parte del vertice  politico nazista e delle SS erano a quanto si sa omosessuali.

 

Per ora mi limito ad osservare  che urlano e polemizzano con chi viene da una tradizione democratica, che dalla Liberazione in poi non si è mai neppure sognata di perseguire penalmente gli omosessuali,  proprio gli eredi di un partito che adorava l’Unione sovietica e che mai  ebbe il coraggio di denunciarne le efferatezze.