Se il Governo negozia i principi non negoziabili
26 Luglio 2018
Avevamo espresso tutte le nostre perplessità circa un programma di Governo Giallo-verde, Lega-5Stelle, che nella sostanza prevede una moratoria a tempo indeterminato per quanto riguarda i cosiddetti “principi non negoziabili”.
L’affermazione del Ministro della Famiglia Fontana (Lega) sul matrimonio possibile soltanto fra uomo e donna, prontamente derubricato da Matteo Salvini ad opinione personale, e la presenza ufficiale di Vincenzo Spadafora, pentastellato Sottosegretario alle “Pari opportunità” al Gay Pride di Pompei, mai smentita da nessuno, ci erano sembrati evidenti campanelli d’allarme sull’accantonamento di temi fondamentali per il futuro del Paese.
Nel frattempo continua sulla Tv di Stato e nei Tribunali una deriva, che pare inarrestabile, a favore delle teorie gender e per lo sdoganamento della pratica del cosiddetto “Utero in affitto”, mentre chi dissente pubblicamente dall’ideologia Lgbt, come la dott.ssa Silvana De Mari, viene processato per diffamazione.
Purtroppo il Senato della Repubblica ha confermato questa preoccupazione bocciando una proposta del gruppo di Fratelli d’Italia di integrare gli obiettivi della costituenda “Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani” con la tutela dei diritti del nascituro e il contrasto di quella orribile mercificazione della donna che è l’ “Utero in affitto”.
Soltanto 16 senatori, fra cui Gaetano Quagliariello, Presidente di Idea-Popolo e Libertà, si sono espressi a favore, 61 contro (Pd e Leu) e 198 astenuti (Fi, Lega e 5 Stelle).
In discussione generale la senatrice Saponara (Lega) e il senatore Pepe (Lega) avevano espresso il loro vibrante consenso all’allargamento dei compiti della commissione a questo argomento salvo poi La Lega, attraverso il senatore Romeo, dichiarare: “annuncio la nostra astensione. A nostro giudizio, deve essere la Commissione a decidere quali siano gli ambiti di intervento, e non certo un ordine del giorno, tenendo altresì presente che elencando una serie di diritti umani si rischia di contemplarne alcuni e di escluderne altri”.
E così, come ha notato Tomaso Scandroglio su La Bussola Quotidiana, i principi non negoziabili sono stati prontamente negoziati anche in Parlamento. Con i catto-leghisti, aggiungo io, che come i catto-comunisti ai tempi del Governo Renzi, si limitano ai mugugni ed ai proclami, salvo poi far prevalere su tutto le ragioni di sopravvivenza del Governo, lo stesso atteggiamento che ha portato a suo tempo al disastro l’Ncd di Angelino Alfano.