Se “il padiglione” di Aldo Grasso diventa pieno di pregiudizi

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Se “il padiglione” di Aldo Grasso diventa pieno di pregiudizi

09 Luglio 2012

di R.S.

Più o meno un anno fa, Aldo Grasso debuttava sulla prima pagina del Corriere della Sera con “Padiglione Italia”, una rubrica, nelle parole dell’autore, “destinata a prendere di mira le persone che vogliono mettersi in mostra, nel senso latino del termine”. Un bestiario sull’esibizionismo nazionale, condotto con la sagacia che gli viene proverbialmente (un po’ troppo proverbialmente) riconosciuta. Peccato che anche le penne più argute inciampano. Così capita di rinchiudere nel circo qualcuno che non se lo sarebbe mai aspettato, né soprattutto meritato.

Ieri Grasso ha marcato stretto Antonio Pilati, ex commissario anti-trust, ora nominato in consiglio di amministrazione Rai dopo il travagliatissimo voto degli ultimi giorni. Grasso ha definito Pilati “il consigliere che consiglia da una vita”, “il vero ideologo della Legge Gasparri”, chiedendosi “che ne sarà della concorrenza con gli altri network” dopo la nomina.

In realtà, a scorrere le cronache che lo riguardano, Pilati non è tipo da padiglione; persona schiva, non esibizionista, è un “tecnico” o non vanno più bene nemmeno quelli? Ha studiato il sistema radiotelevisivo per anni, pubblicando libri e ricerche, quindi perché dovrebbe porsi dei problemi di "inopportunità" rispetto alla sua carriera? Evidentemente sono i politici (e non solo loro) ad accreditare le sue tesi: finanche Grasso gli riconosce una "indubbia competenza". E chi è competente di rado si comporta in modo inopportuno.

Insomma, se nel consiglio della Rai può sedere un magistrato, perché un esperto in materia radiotelevisiva non dovrebbe? Chi sarà il miglior manager editoriale? Staremo a vedere. Grasso dal canto suo preferisce imbastire la trama collaudata della lottizzazione, fino a quando il sarcasmo domenicale cede il passo alla catilinaria: “Riusciranno Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo, espressione, per conto del Pd, della cosidetta ‘società civile’, a contrastare tanta preparazione?”. Forse è un’altra elegante presa in giro, sulla bravura di Pilati, sul Pd e sulle sue crociate spuntate. Speriamo, perché in caso contrario il Padiglione sarebbe quello dei pregiudizi.