Se il Pd non rispetta la legalità

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Se il Pd non rispetta la legalità

14 Marzo 2011

Dai titoli dei giornali di questi giorni, ormai sal­damente incentrati sul delinearsi delle candidature Morcone, De Magistris, Pasqui­no e Lettieri, sembrerebbe pro­prio che le primarie possano considerarsi definitivamente archiviate. Il loro "superamen­to" e il consequenziale "ritorno alla politica" erano stati annun­ciati, in seguito alle accuse di brogli, proprio dai partititi del centrosinistra, in un singolare comunicato che si apriva con una sorta di ode alla grande par­tecipazione democratica fatta registrare dalle primarie con l’afflusso di oltre 44mila eletto­ri.

I napoletani sono andati a vo­tare numerosi, credendo di de­signare il candidato sindaco del centrosinistra e i partiti, per tut­ta risposta, benché avessero già predisposto gli organi e le pro­cedure per far luce su eventuali irregolarità, non se la sono sen­tita di procedere all’accerta­mento del vero esito del voto o di organizzare (come proposto da chi scrive) un ballottaggio. Alla fine la coalizione si è spaccata e il Pd, i Socialisti e Verdi hanno candidato il prefetto Morcone, un nome sino a ieri sconosciuto a quasi tutti i napoletani.

A questo punto si potrebbe dire: vabbè, ma adesso che i giochi sono fatti, che senso ha continuare a parlare delle pri­marie. Eppure, sono convinto che sarebbe un grave errore rimuovere questa vicenda come se non fosse mai successa. Il Tribunale di Napoli, pronunciandosi sul ricorso da me presentato per chiedere il ri­spetto dell’impegno assunto dal centrosinistra di candida­re il vincitore delle primarie, ha ritenuto che esso apparterrebbe a una sfera di responsabilità di natura squisitamente politica. Ma, tanto più se si tratta di un impegno politico, la leggerezza con cui il centro-sinistra ha ritenuto di poterlo "superare", rappresenta un vulnus, innanzitutto per il Pd, per cui le primarie rappresen­tano un pilastro fondamenta­le del proprio statuto.

Inoltre la sottovalutazione dell’importanza di impegni e regole, proprio da parte di quel centrosinistra che, a ra­gione, imputa a Berlusconi le leggi ad personam, il conflitto d’interessi e lo scarso rispetto per organi costituzionali e magistratura, rappresenta un singolare paradosso. Se, poi, aggiungiamo che uno dei maggiori problemi di Napoli è proprio la ancora insufficien­te consapevolezza del valore fondamentale rivestito dalle e dalla legalità, questa miopia risulta particolar­mente grave.

A Milano o a Torino, in cir­costanze analoghe, si sarebbe proceduto allo stesso modo? Credo proprio di no. Proba­bilmente da noi si è agito sot­to l’influsso del pregiudizio che i napoletani siano ormai rassegnati a tutto, dai cumuli di rifiuti alla camorra, dalla di­soccupazione a servizi pubblici e privati poco efficienti. E si è pensato che, perciò, la rot­tamazione delle primarie sa­rebbe passata inosservata, come da noi passano inosser­vate troppe cose.

Non vi è dubbio, invece, che il presupposto per la rinascita di Napoli è proprio vincere questa rassegnazione. E, spe­ro, saremo in tanti che, per questo obiettivo, continuere­mo a lottare.

(Tratto da La Repubblica Napoli)