
Se la censura del Black Lives Matter colpisce anche “Via col Vento”

11 Giugno 2020
Ha ufficialmente avuto inizio la guerra alla cultura occidentale, già profetizzata da Orwell e di cui si erano intravisti già da tempo i segnali, ma che ora si è mostrata in tutta la sua radicalità. Talvolta il male si maschera con abilità e utilizza le candide fattezze della giustizia per manifestarsi in tutta la sua demoniaca pervasività.
Quelle che erano iniziate come proteste per la morte dell’afroamericano George Floyd si sono trasformate in una contestazione – abilmente orchestrata – dalle élite liberal in una guerra senza quartiere a tutti i simboli della cultura occidentale, siano esse figure simbolo dell’Impero Britannico, ex Presidenti degli Stati Uniti e rettori di Oxford o eroi nazionali come Winston Churchill poco importa: secondo la logica che anima le folle del movimento Black lives matter l’importante è distruggere tutto. Nemmeno la statua di Abramo Lincoln che della lotta alla schiavitù fece la bandiera della propria vita è scampata a questo. La furia iconoclasta, però, è stato solo il primo passo: si va verso una più compiuta operazione di distruzione e di censura che dall’arte, alla storia giunge fino alla letteratura, un tempo incontaminata da simili idiozie.
Qualche tempo fa furono le opere del povero Mark Twain a pagarne le conseguenze, reo di aver utilizzato la parola negro nei suoi romanzi, senza che nessuno dei sedicenti censori si fosse preoccupato di valutare che al tempo il termine fosse di uso comune e condiviso da tutti. Oggi è la volta del celebre capolavoro del cinema Via col Vento del 1939, trasposizione cinematografica del romanzo scritto da Margareth Mitchell nel 1936, neo aggiunta all’elenco delle vittime nella nuova guerra al razzismo immaginario: infatti secondo l’emittente HBO si tratta di un film razzista, da qui la decisione di toglierlo dal catalogo della propria piattaforma streaming. Nessuno però si è preoccupato di considerare che questa pericolosa tanto razzista pellicola, ha permesso all’attrice Hattie McDaniel di essere la prima afroamericana a vincere un Oscar. Non sappiamo quale sarà la prossima mossa del politically correct, forse realizzare un remake con soli attori di colore? Vedremo, tanto dopo aver violentato l’Iliade non sarà un problema distruggere i capolavori del cinema e della letteratura contemporanea.
L’attuale isterismo che colpisce la società occidentale è il frutto di un processo lento e viziato alla base da una propensione antistorica e antistoricista, che si è gradualmente insinuata nel mondo occidentale producendo una generazione di culturalmente apolidi. Che fine ha fatto quello spirito illuministico che rifiuta ogni censura, che ha costruito i pilastri della libertà di espressione? Il prossimo passo sarà forse il rogo dei libri razzisti nelle pubbliche piazze.
Forse distruggeranno tutto, ma un giorno si risveglieranno rendendosi conto di non essere più nulla.