Se la Costa Concordia diventa Love Boat

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Se la Costa Concordia diventa Love Boat

20 Gennaio 2012

Dalla tragedia nera al più becero dei gossip. Noi italiani siamo fatti così, non riusciamo proprio a fare a meno di estremizzare, fare voli pindarici da un tono a quello opposto e soprattutto cadere regolarmente in picchiata verso il pettegolezzo scabroso di più bassa leva.

A rinvigorire questo non troppo menzognero luogo comune ci hanno pensato le prime pagine dei giornali di stamani. L’oggetto di spetteguless è, neanche a dirlo, il Capitan Schettino e la presunta distrazione che avrebbe causato la manovra fatale della Costa Concordia. “Vino a tavola e la ragazza in plancia”, “Bravate, donne, vino o gare d’abilità?”, “Ecco la donna bionda che era sulla Concordia”. E ancora: “Vino e bravata in plancia con Domnica”, “La misteriosa ballerina moldava: ‘Schettino ci ha salvati ma non è il mio amante’”. E giù fino a “La ballerina moldava che ha fatto girare la testa a Capitan Codardo”.

Che ne è, sarebbe spontaneo chiedersi, del numero ancora non definibile dei dispersi, delle ricerche fino a ieri disperate, del processo efferato alle intenzioni, delle lotte tra i magistrati sulla scarcerazione dell’”orrido” Capitano, del “Vadaabbordocazzo”? Che ne è di tutto quello che fino a qualche ora fa contornava i bordi di una tragedia che veniva sovrapposta a quella del Titanic?

Leggendo i titoli dei quotidiani di oggi sembra che del più grave naufragio del Ventunesimo secolo, stando sempre ai famosi toni cavalcati dall’opinione pubblica, non sia rimasto improvvisamente che vino rosso e giochetti erotici. Cambi di rotta improvvisi (restando nel mood marinaro) che confondono, che disorientano e che distolgono l’attenzione dai fatti. Come se si stesse guardano la peggiore delle commediole erotiche all’italiana o una delle puntate di Love Boat tutta amori e intrighi, siamo tutti lì con gli occhi sgranati pronti a scovare l’“inciucio”.

Tutto come sempre. Purtroppo. Che si tratti di navi da crociera o di stanze del potere, non c’è differenza. L’importante è che emerga un ingrediente piccante e la notizia è servita. Possibile che non riusciamo proprio mai a smarcarci dalla retorica del bunga bunga?