Se le sanzioni le fa l’Iran

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Se le sanzioni le fa l’Iran

26 Aprile 2010

La marina militare iraniana ha fermato per un’ispezione un nave italiana (ma anche una francese) al largo del Golfo Persico. I pasdaran hanno voluto controllare se il cargo “Scorpius” rispettasse le “norme ambientali”. Teheran sta svolgendo le sue manovre militari nell’area e il messaggio, chiaro, rivolto all’Italia, è di mollare la presa sul nucleare iraniano.

L’incursione sulla nave italiana, infatti, durata quaranta minuti, è stata condotta mentre il governo di Teheran biasimava l’Italia per l’arresto del “giornalista” iraniano implicato nel traffico d’armi scoperto qualche mese fa dalle nostre forze dell’ordine.

Ma non è bastato. Nei giorni scorsi, l’alta corte arbitrale dell’Aia ha condannato il governo inglese a risarcire Teheran per la mancata fornitura di millecinquecento carri armati e altri veicoli militari ordinati dallo Shah negli anni Settanta.

Così, da una parte sembra quasi che le vere sanzioni le stia facendo l’Iran (il blocco navale sarebbe l’unica seria ritorsione contro Teheran, ma mentre le grandi potenze neppure lo evocano, i mullah lo applicano), ai danni delle navi occidentali, disturbando le rotte commerciali, impaurendo gli equipaggi, per far vedere al resto del mondo quanto sono potenti i Pasdaran.

Dall’altra, sul fronte giudiziario, immaginiamo che un giorno anche l’America potrebbe essere condannata a pagare dei risarcimenti da qualche tribunale internazionale, com’è toccato agli inglesi. Magari per mettere una pietra sopra il colpo di stato contro Mossadeq, appoggiato dagli Usa, e di cui Obama si è pentito pubblicamente più di una volta. Qualcuno a Teheran si sta già facendo i conti su quale bottino uscirebbe da questa inedita class action.