Se l’Unità sciopera contro Soru

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Se l’Unità sciopera contro Soru

03 Marzo 2009

Domani l’Unità non sarà in edicola. Si avvia così a un triste epilogo l’avventura editoriale dell’Obama sardo, Renato Soru.

E’ il 20 maggio quando viene annunciato l’acquisto del quotidiano di Gramsci da parte dell’allora Governatore della Sardegna. Dopo appena quindici giorni, la firma. Passano solo dieci mesi (e siamo ai giorni nostri) quando cambia la parola d’ordine e da “rivoluzione” editoriale, grafica e chi più ne ha più ne metta si passa a “drastica riduzione degli organici del giornale e taglio delle cronache e anche della redazione di Milano”. Il patron di Tiscali ha perso la sfida sarda, è stato politicamente defenestrato e de l’Unità ora se ne può lavar le mani.

Eppure Soru venne accolto in pompa magna: «In tutti questi mesi ci siamo battuti perché i nuovi assetti de L’Unità fossero coerenti con la sua storia e il suo radicamento e garantissero prospettive di sviluppo certo al giornale. La soluzione che si è determinata risponde a queste richieste e ci soddisfa appieno», diceva ad agosto il comitato di redazione de l’Unità. C’erano due motivi per festeggiare se il quotidiano di Gramsci passava in mani sicure: un imprenditore, uno tosto, capace di innovazione e rigore aveva deciso di imbarcarsi nella nave dell’editoria e grazie a lui s’era scampato il pericolo di finire nelle grinfie della famiglia Angelucci, già proprietaria di Libero e del Riformista.

Pensare, allora, a una cambiale politica pagata da Soru al suo partito era una bestemmia. E come dargli torto? Il momento è foriero di novità. II 22 agosto la direzione viene affidata alla direttora Concita De Gregorio e di lì a poco il giornale cambia formato e diventa un mini-tabloid. La sferzata c’è stata. L’Unità profuma di nuovo e la campagna pubblicitaria di Oliviero Toscani annuncia questa rivoluzione (non solo grafica) raffigurando il sedere di una ragazza in minigonna con in tasca una copia del giornale. Cambia anche il web, con il restyling del sito affidato a professionisti di livello dello stesso giornale.

Tutto tempo perso. Perché, a conti fatti, sono passati solo quattro mesi dall’annuncio del piano di rilancio e l’Unità domani non sarà in edicola: sciopero di cinque giorni. A monte c’è un problema politico che porta dritto dritto in Sardegna all’indirizzo di Renato Soru. E pensiamo sia inutile negarlo.

Il patron di Tiscali aveva ottenuto l’appoggio incondizionato del Pd e dell’allora leader Veltroni alla sua ricandidatura nonostante stesse portando la Sardegna a elezioni anticipate. Contava di farcela, invece ha dovuto cedere lo scettro allo sconosciuto Cappellacci e s’è trovato tagliato fuori dal panorama politico con la responsabilità di un terremoto politico sul groppone (che ha portato alle dimissioni di Veltroni). L’epilogo della questione, oggi, è sotto gli occhi di tutti: i giochi non sono andati come aveva programmato l’Obama di Sanluri e chissenefrega del giornaletto di partito quando pure il partito gli ha voltato le spalle.

 

E.Z.