Se ne va Elie Wiesel, sopravvissuto e testimone della barbarie nazista
02 Luglio 2016
E’ morto all’età di 87 anni lo scrittore Premio Nobel per la pace, Elie Wiesel, sopravvissuto ai campi di concentramento. La notizia della morte è stata diffusa dal memoriale Yad Vashem. Nato in una famiglia ultraortodossa ebrea in Transilvania, nella località ungherese di Sighet, attuale Romania, il 30 settembre 1928, dal 1963 era cittadino statunitense.
A 15 anni era stato deportato insieme alla famiglia nel campo profughi di Auschwitz dove morirono la madre e la più piccola delle sue tre sorelle. Ma negli anni della Seconda Guerra Mondiale era stato trasferito in diversi campi di concentramento nazisti, perdendo a Buchenwald il padre. Autore di decine di saggi e novelle, fedele alla tradizione giudeo-chassidica, Wiesel apparteneva a una famiglia di intellettuali segnati dall’Olocausto, di cui scrisse in un celebre articolo scritto per il New York Times nel 1961.
Difensore dei diritti Umani, denunciò soprattutto l’umiliazione totale e il disprezzo per l’umanità praticato dai nazisti nei campi di sterminio della Germania di Adolf Hitler. Il suo lavoro a difesa del popolo ebreo e dello Stato di Israele gli assicurarono un riconoscimento unanime nel Paese tanto che nel 2014 gli offrirono di diventare capo dello Stato ebraico, ma rifiutò.