Se non è “ebraico” che complotto è?
04 Marzo 2011
di redazione
Julian Assange per molti è un mito, l’incarnazione del principio di trasparenza della Rete. Ha incantato il mondo con la suggestione di poter percepire, noi, comuni mortali, la "seconda realtà" che appartiene ai segreti degli stati e di chi li governa. Con WikiLeaks ha spazzato via ogni mediazione fra la notizia e l’utente, ogni interpretazione e commento, in ossequio alla orizzontalità di Internet, alla sua totale obiettività.
Con il passar del tempo Assange si è circondato di un’aura da perseguitato e difensore della libertà di parola, mettendo in gravi difficoltà gli Usa e i Paesi occidentali con le informazioni rivelate da WikiLeaks. Lo stato maggiore americano in Afghanistan, ad esempio, ha denunciato che alcuni "dispacci" hanno messo a rischio la vita degli informatori e degli agenti sul terreno nella lotta contro i Talebani. Assange è andato avanti lo stesso ma anche i magistrati che lo perseguono lo hanno braccato, accusandolo di violenza carnale. Nei giorni scorsi, Londra ha dato l’ok all’estradizione di Assange.
I tempi cronometrici con cui è scattato l’arresto, l’accavallarsi delle accuse della magistratura, l’estradizione, possono dare l’impressione che ci sia una sorta di cospirazione contro l’uomo che ha liberato l’umanità dall’ignoranza, permettendo agli spy-addicted di poter leggere comodamente dal divano di casa le conversazioni fra l’ambasciatore nel Bahrain e il segretario di stato Clinton. E cosa fa Assange, quale geniale risposta trova per stupirci tutti ancora una volta, per regalarci un altro insuperabile momento di verità?
Parlando con il direttore di un giornale web, Assange avrebbe confessato di sentirsi vittima di un "complotto ebraico" (dichiarazione immediatamente smentita). La grande gilda che controlla la stampa e i media, dunque, si sarebbe mossa per colpirlo senza pietà. Noi dal messia della Rete ci saremmo aspettati uno straccio di spiegazione in più sui reconditi motivi della sua estradizione, visto che anche un ragazzino sa che Internet gronda di cospirazionismo. Anzi no, i ragazzi non lo sanno, e il mago di Oz gli porge un’altra candida caramella dal veleno antisemita.